Trama
Gloria e Frances (Emmanuelle Béart) si erano conosciute appena sedicenni, durante i primi anni ottanta, e con la follia tipica della loro età si erano amate in modo intenso e selvaggio, in un mondo fatto di musica, droga e sesso. Per venticinque anni non si sono poi più riviste ma il destino le fa rincontrare nuovamente, riportando in superficie quella passione mai dimenticata, nonostante le strade diverse che hanno intrapreso: Gloria è un’ex alcolista senza lavoro e senza fissa dimora mentre Frances è una star della televisione, sposata con uno scrittore omosessuale per salvare le apparenze.
Approfondimento
UNA STORIA D'AMORE CON INNESTI AUTOBIOGRAFICI
Bye Bye Blondie trae origine dall'omonimo romanzo scritto dalla stessa regista Virginie Despentes, in cui si narra della relazione tra Gloria ed Eric. Nell'adattarlo per il cinema, la regista ha optato per una scelta destinata a far discutere, trasformando Eric in Frances e raccontando una storia d'amore lesbo. Non si è trattata di una mera scelta sensazionalistica dettata dalla voglia di dare scandalo ma di una decisione maturata in fase di casting: avendo già scelto l'attrice Beatrice Dalle per il ruolo di Gloria, nessuno degli attori provinati o presi in considerazione per la parte di Eric era all'altezza di rappresentare il personaggio. Di fronte a tale empasse, la Despentes ha sostituito Eric con Frances e individuato subito in Emmanuelle Béart la partner ideale per la Dalle, riunendo nello stesso film due sensuali icone del cinema francese, oggetto del desiderio di intere generazioni di ragazzi degli anni Ottanta. Con una messa in scena più classica rispetto a Baise-moi (1999), suo precedente e controverso film, la regista ha preferito concentrare l'attenzione sull'intensa storia d'amore e sul contesto realistico in cui questa nasce. Con l'innesto di diversi elementi autobiografici, la Despentes ha voluto affrontare anche i propri demoni personali per esorcizzarli definitivamente. A 15 anni infatti, con dei genitori incapaci di comprendere i suoi malesseri interiori, era stata internata in un ospedale psichiatrico, luogo in cui fa incontrare anche le due giovani protagoniste e in cui, secondo la Despentes, era quasi insopportabile la ricerca del bene e l'ossessiva volontà di risoluzione dei problemi - anche quando non ve ne erano - da parte del personale sanitario.
NIENTE SCANDALO
Baise-moi ha contribuito in negativo alla realizzazione di Bye Bye Blondie. Nessuno sembrava infatti disposto a dar credito alla regista, considerata troppo intrepida e scabrosa per il cinema francese degli anni Duemila. Per tranquillizzare investitori e produttori, la Despentes ha dovuto più volte sottolineare che nel suo nuovo film sarebbero mancate le scene di sesso e di violenza. Nonostante l'incipit comune - due ragazze che si incontrano, si innamorano e vanno in lotta contro il mondo -, Bye Bye Blondie non aveva bisogno di scandalizzare per dimostrare la possibilità e l'esistenza amore e desiderio tra due persone dello stesso sesso.
Fedele a quanto ripromesso, la Despentes ha evitato, quindi, di farne un'opera voyeuristica e di solleticare la fantasia morbosa degli spettatori, riuscendo a trasmettere sensualità grazie ai piccoli gesti, che le due protagoniste - coinvolte in un turbinio di emozioni - esprimono con tutto il corpo e che coinvolgono più la sfera emotiva che quella fisica.
GLI ANNI OTTANTA
Bye Bye Blondie è per metà ambientato negli anni Ottanta. Nel romanzo come nel film, le due protagoniste vengono mostrate a differenza di più di 30 anni per capire come siano cambiate. Nonostante si tratti sempre delle stesse persone, a 15 anni Gloria e Frances non sanno ancora chi sarebbero diventate e, contrariamente alle coetanee eterosessuali perennemente in attesa di qualcosa, sono delle eroine alla ricerca del proprio bene e in lotta per conquistare ciò che più desiderano. Nel 1984 vivono infatti un momento magico, intenso e tragico, che determinerà il corso del loro futuro. Rappresentarle ieri e oggi permette alla Despentes di tracciare un'evoluzione sui mutamenti dell'adolescenza e di capire come con gli anni cambino esigenze ed entusiasmi. Gli anni Ottanta, però, offrono anche lo spunto per un tuffo nella cultura e nella società del tempo. Così come si condivideva l'interesse per film come Mad Max, Arancia meccanica e Velluto blu e in letteratura si apprezzavano le opere di autori come Bukowski, in campo musicale tutti impazzivano per i Sex Pistols, i Clash, i Crass o i Meteors, e politicamente ci si interessava alla questione irlandese, alla situazione dei Paesi Baschi e all'Intifada. Erano anche gli anni in cui la droga mieteva vittime e l'esplosione di Chernobyl aveva echi in tutto il mondo. Tutto ciò entra in Bye Bye Blondie attraverso Gloria, sempre più insofferente nei confronti delle autorità e alla ricerca disperata del proprio io all'interno della comunità punk di cui fa parte. Con il suo punto di vista, la regista può così soffermarsi sul cambiamento del concetto di "senso di appartenenza a un gruppo" ed evidenziare come la solidarietà e il senso di identità comuni, nati da elementi culturali condivisi, si siano persi nel corso del tempo.
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