Regia di Michael Haneke vedi scheda film
L'ultimo film del bavarese ed austriaco d'adozione Michael Haneke, trionfatore a Cannes nel 2012 e premiato con l'Oscar per la migliore opera in lingua straniera lo scorso febbraio, rispecchia fedelmente tanto le tematiche sviscerate nei suoi precedenti lavori quanto lo stile adottato nella messa in scena.
'Amour', tranne una breve sequenza, si svolge interamente nell'abitazione di una coppia di anziani insegnanti di musica, il cui rapporto cambia dopo che la moglie (Emmanuelle Riva) è colpita da un ictus che, a poco a poco, devasta il suo corpo e la sua esistenza.
Haneke procede per lunghe, rigorose ed estenuanti sequenze senza stacchi di montaggio, con la cinepresa che segue con introspezione le azioni e i dialoghi fra gli attori in campo.
Se, da un lato il film è da ammirare per l'austerità e pulizia stilistica, trovo che in certi frangenti il regista indugi ed insista troppo sui particolari, a volte al limite del morboso: preferisco i momenti dove opera per ellissi, lasciando che l'immaginazione dello spettatore tragga le conseguenze.
Da sottolineare le prove dell'ultraottantenne coppia di attori, la suddetta Riva negli scomodi panni della donna colpita gravemente da una patologia che non dà scampo ed il ritrovato Jean-Louis Trintignant, nel ruolo del marito che si trova a far fronte a una situazione di grosso disagio; in qualità di figlia non molto sensibile c'è l'attrice feticcio del regista, Isabelle Huppert, in quest'occasione in un ruolo defilato ma significativo.
Curiosa assonanza nella sequenza 'decisiva' con il finale di 'Qualcuno volò sul nido del cuculo', per il tipo di soluzione adottata del dramma, ma i due film sono decisamente agli antipodi tra di loro.
Voto: 7.
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