Regia di Michael Haneke vedi scheda film
L'AMOUR di Haneke è simile ad una candela accesa,una calda,fioca ed accogliente fiamma che scalda gli animi ed è quasi indissolubile nel tempo inesorabile che passa.Ma la candela si consuma piano piano,lenta e funesta nel vento gelido di una malattia che azzera ogni calore umano,fino a spegnersi totalmente.AMOUR è un opera riflettente in pieno la fisicita' e la figura del suo autore,uomo dal piglio aristocratico,distinto e austero, privo di ogni informalita'.Tutto si svolge in un appartamento borghese di due professori di musica ottuagenari,una dimensione teatrale,una pieces di un rapporto di coppia solido dove entra il dolore lacerante che disfa' anima e corpo.Haneke utilizza la telecamera fissa per raccontarne dolori,spazio e tempo,una rigida fissita' in sintonia con l'intero racconto,uno scorrimento lento i cui protagonisti non hanno scampo se non quello di lasciarsi travolgere dall'onda del tempo e del dolore.In un quadro cosi' buio e amaro esiste la dimensione di quella luce fioca,calda ed accogliente qual'è il nido di casa,luogo dei ricordi,un limbo di fotografie ingiallite in cui "è bello vivere",un anestetico alla malattia di cui Anne accetta con dolore e anche con orgoglio la degenerazione che macera le carni,di cui divieni oggetto automico.AMOUR "gode" di un passato remoto che è anche quello presente,duro e nudo, in cui la terz'eta' è un crepuscolo dal quale non ti sottrai se non con religiosa e distinta rassegnazione di cui è portatore dignitario il professor Georges.L'informalita' e l'erompere di emozioni travolgenti non fanno parte dei due anziani,uno spicchio emozionale appartenente solo alla figlia Eve,giovane e realizzata musicista,la cui vita davanti rappresenta uno scoglio generazionale dinanzi al mutismo doloroso e sordo dei due genitori.L'appartamento funziona come catalizzatore di corpi oramai in disfacimento,in cui l'accoglimento di suoni,foto e suppelettili è il bagaglio di un tempo oramai ingiallito,la malattia di Anne è un deterrente di coppia,una miscela di rimpianti per la vita che passa ma rimane scolpito nel tempo,l'AMOUR è l'unica cosa che sopravvive al tempo e al disfacimento del corpo,nell'accoglimento e nell'assistenza solidale e devozionale di Georges nei confronti della moglie.Haneke si affida all'assuefazione di morte e vita nel lasso temporale a ritroso,lasciandoci l'amaro in bocca gia' alla prima battuta, per poi portarci nella delicatezza di un AMOUR invecchiato ma solido anche nella sofferenza.Un cinema rigido e formale nello scrivere scampoli di vita sofferta il cui disfacimento corporeo è subliminazione di vita (tra)passata dove l'unione funzionera' sempre, anche nel gesto esiziale di Georges.Il sogno dell'uomo è l'unico accenno ad un qualcosa che si muove,lui cammina in un corridoio asettico e allagato,ed una mano destra tenta di soffocarlo,un qualcosa d'inconscio che vuole erompere,ma viene bloccato da una mano destra,il destro è il lato paralizzato di Anne ed è metafora di un uomo oramai giunto alla fine dei desideri e sogni,bloccato anch'egli dal dolore paralizzante ed invalidante.Anne e Georges parlano a noi di vita vera,oramai vissuta e passata dove vi è spazio solo nel dolore e nel silenzio dignitoso.Trintignant e la Riva offrono un autentico ed enorme saggio recitativo,attori oramai al crepuscolo vitale e attoriale,Trintignant dopo vicissitudini familiari dolorose incarna l'uomo oramai rassegnato alla fine di tutto,si cala alla perfezione in Georges,quasi un portatore autentico di una dignita' antica e formale,con la Riva compongono uno spartito dolce e delicato ma lacerante nel parlare a noi nel lento degenerare della vita che va via.Due attori superlativi,portabandiera di una generazione oramai quasi sparita e messageri di pura' dignita':orgogliosa e silenziosa della terza eta',in un mondo dove ci si divorzia dopo un mese Georges e Anne sono emissari di un mondo antico dove l' AMOUR è una promessa oramai remota ma che torna nell'oggi per ricordarci che l'amore autentico esiste e resiste nel passare degli anni.Un rapporto solidale supportato da una regia teatrale,pulita,formale e senza fronzoli,dove il dolore è parte della vita e il regista ce lo dice azzerando l'urlo e le lacrime facili,ma lasciandoci scorrere nella degenerazione fisica con rigore austero,secco e asciutto senza lasciarci nessuno sconto.AMOUR è un film che va dritto al segno,addolorandoci e rattristandoci,un opera dal sapore contemplativo non da intrattenimento ma neanche dal piglio controverso di un film come HUNGER,dove il disfacimento corporeo è un autoimposizione ideologica,a cui assistiamo con orrore e dolore,AMOUR è la storia di una vita passata,dove l'appartamento è un teatro di AMORE e DOLORE dove il sipario cala molto,molto lentamente,spegnendo la fiamma dell'AMOUR calda,fioca ed accogliente.....voto 7,5.
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