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Amour

Regia di Michael Haneke vedi scheda film

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La recensione su Amour

di steno79
10 stelle

VOTO 10/10  Uno dei film più belli e dolorosi degli ultimi anni. Non conosco a fondo la filmografia di Haneke, di cui comunque ho visto alcune delle opere più importanti (La pianista, Funny games, Il nastro bianco) ma mi sembra che in questo caso il regista austriaco si sia fatto condizionare meno dalla sua tradizionale visione misantropica, offrendoci un'opera dolente sul tema della malattia, dell'avvicinamento alla morte di un'anziana signora e delle conseguenze devastanti, in termini di scelte etico-morali, sul compagno che ha condiviso con lei tutta la vita. Un'opera pacata e rigorosa su un soggetto generalmente evitato dal cinema, in cui lo sguardo posato sull'inevitabile degradazione del corpo non ha nulla di morboso e voyeuristico, e che colpisce per la sua onestà nel porci di fronte al dolore di Georges (interpretato da un intensissimo Jean-Louis Trintignant) e alla sua difficoltà nel prendere decisioni di fronte al calvario della malattia di Anne, difficoltà espressa senza mezze misure nella scena con la figlia che si lamenta della sua indecisione, provocando una reazione stizzita dello stesso Georges. In questo caso i due protagonisti possono essere considerati a tutti gli effetti co-autori dell'opera: la Riva è eccezionale nella sua metamorfosi di donna divorata dalla malattia e ha ottenuto una meritata nomination all'Oscar (che mi auguro possa trasformarsi nell'agognata statuetta), ma non è assolutamente da sottovalutare l'apporto di Trintignant nel ruolo a mio parere ancor più difficile di Georges, a cui l'attore porta una maschera di tragica asciuttezza in cui non possono non esserci segni del suo vero dolore per certe tragedie familiari che lo hanno colpito alcuni anni orsono, con la morte violenta di sua figlia Marie (Amour è il primo film che ha girato dopo una pausa di circa dieci anni e, stando alle dichiarazioni dell'attore, sarà anche l'ultimo). La concentrazione drammaturgica della vicenda all'interno dell'appartamento borghese abitato dalla coppia aiuta a non disperdere l'attenzione dello spettatore su particolari superflui e risulta efficace grazie al geniale controllo visivo della regia di Haneke; la fotografia preferisce tinte smorzate, quasi neutrali, la colonna sonora è assente, se si eccettua qualche breve brano di musica intradiegetica, i dialoghi sono estremamente minuziosi e sono un prodigio di esattezza e aderenza alla quotidianità, nonostante la crudezza del loro contenuto. Isabelle Huppert torna a recitare per la terza volta per il suo maestro con una partecipazione ridotta a tre-quattro scene, ma lascia il segno della sua bravura anche quando ha poco spazio come in questo caso. Palma d'oro a Cannes, a mio parere ineccepibile, e molti altri premi in giro per il mondo.

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Ultimi commenti

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  2. steno79
    di steno79

    Ringrazio anche Stefano L (te lo consiglio vivamente), Garibaldi1975 e Hupp2000... A Rolando: se ti sono piaciuti La pianista e Il nastro bianco, credo che anche questo ti conquisterà, mi sembra il più umano fra i film di Haneke. Personalmente, ad una prima visione in sala La pianista non mi piacque, ma in seguito lo rividi e lo rivalutai, questo invece mi ha coinvolto profondamente fin da subito

  3. LAMPUR
    di LAMPUR

    Forse un vago nocciolo è qua: Haneke, con questo film, non si prende proprio nessun rischio, ed è probabilmente questo che non gli perdono.

  4. EightAndHalf
    di EightAndHalf

    Ottima recensione. Commento ora perché solo ora ho rivisto il film di Haneke, in una seconda visione che si presentava come semplice atto autolesionistico. Invece ecco che, rivedendo il film di Haneke, mi si è aperto un mondo. C'è sincerità ma molto di più, in 'Amour'. E di rischi se ne prende eccome, perché non solo limita il suo pubblico, che difficilmente accetta un film del genere, ma perché è pieno di sottili rimandi che a una prima visione non avevo per niente notato, preso com'ero dall'angoscia. La seconda visione è illuminante, a mio parere. Ciao!

  5. steno79
    di steno79

    Ciao Marco, sono d'accordo con te... io lo vidi per due volte consecutive, e alla seconda visione mi è saltata facilmente agli occhi la sua grandezza... Credo anch'io che il film prende molti rischi, affronta uno degli argomenti più rischiosi in assoluto e lo fa senza la tradizionale visione misantropica di Haneke, ma con una partecipazione emotiva molto più sentita... almeno dal mio punto di vista, naturalmente. ciao!

  6. hupp2000
    di hupp2000

    La tua opinione è meravigliosa e mi ha emozionato, non meno di questo grandissimo film. In una recente e lunga intervista trasmessa dall’emittente franco-tedesca ARTE, Jean-Louis Trintignant ha dichiarato di essere disposto a recitare ancora in un film se a chiederglielo sarà nuovamente Michael Haneke. Oggi, l’attore riempie i teatri di Svizzera e Francia con la lettura di classici della poesia. Speriamo bene.

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