Regia di William Friedkin vedi scheda film
Sono ebbra di cinema! E di cosa mi sono ubriacata? Di Friedkin, di Killer Joe! Da dove comincio?
Questo film ricorda il sapore delle pellicole di Tarantino. Per prima cosa, entrambi i registi amano il kitsch: situazioni e personaggi, paradossali ed oltre il limite della follia. E poi si avverte il gusto per il citazionismo folle e sottile. Due film mi sono balenati, improvvisamente, in testa. Uno è 'Le tre sepolture' di Tommy Lee Jones, rievocato da tre crocefissi di legno, gelido presagio di morte, piantati ai bordi di una strada texana. I registi americani sembrano tutti egualmente persuasi che il Texas 'non è un paese per vecchi', sono timorosamente affascinati dall'atmosfera triviale e selvaggia che regna in questa terra e lo vogliono sottolineare in tutti i modi. L'altro riferimento proviene direttamente da 'Le Iene' (di Tarantino ovviamente): una fragorosa scena finale, a cui non segue il silezio, ma uno scambio di battute inatteso con il quale si raggiunge la vetta della genialità di 'Killer Joe'.
Ma Friedkin si distingue da Tarantino per la scelta di personaggi e storie meno caricaturali. Ha uno stile più 'Verista' e, mostrandoci le sfumature più diversificate di ciascun protagonista, alternando l'ostentazione della loro 'pazzia' agli 'intervalli insania', cambiando continuamente punto di vista (una volta parteggiamo per Joe, una volta parteggiamo per Chris, una volta per tutti!), ci confonde completamente le idee, ci mette in crisi, ci spinge a chiederci se i matti siamo noi o quelli di là dallo schermo, o se siamo tutti ugualmente folli, o ugualmente sani (come avveniva in 'Bug', un altro suo capolavoro). Friedkin fa un'acuta analisi di tutte le sfaccettature della psiche e dei comportamenti umani, ma senza conferire al film un noioso o banale aspetto accademico o dandogli l'aspetto di 'dramma esistenziale'. Al contrario offre 'esperienza sul campo', un'inquadratura direttissima sulla Follia umana, nuda e cruda, senza addolcimenti, violenta e imprevedibile com'è. Dà forma ad un moderno mito di Elettra, un matricidio coadiuvato da figli e padre, al passo coi tempi! Infatti non rende giustizia la definizione di film 'drammatico', perchè Killer Joe non mette in scena un 'dramma', ma esplora, con vivacità e asprezza senza mezzi toni, il lato grottesco di uno spaccato di vite: c'è lo scapestrato che, a modo suo, vuole bene alla sorella; c'è il padre allocco, che alla fine mostrerà lo sguardo più fiero e consapevole di tutti; c'è la moglie fedifraga ed egoista, che di fronte alle situazioni spiacevoli è inerme e spaventata come qualunque altra donna; c'è la donna disprezzata da tutti per il suo brutto carattere, che ispira più compassione di chiunque, quando si realizza che è una persona completamente sola al mondo; c'è la ragazzina ingenua, che si ribella a tutti con impeto inaspettato; e c'è il killer spietato e psicopatico...che ama.
Impeccabile
A proposito del killer...Matthew McConaughey è una rivelazione, un degno successore di Anton Chigurh: entrambi assassini, entrambi a ruota libera nel Texas; ma se Bardem vestiva i panni dell'assassino per gusto, freddo e distaccato, con il solo piacere di uccidere; invece killer Joe è un professionista che lavora con precisione chirurgica, ma si lascia trasportare dall'isteria e non si vergogna ad abbandonarsi alle sue perversioni, reso coinvolgente e convicente dall'attore di 'Sahara' e 'Come farsi lasciare in 10 giorni'. Non si finisce mai di stupirsi!
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta