Regia di William Friedkin vedi scheda film
Graditissimo ritorno sulle scene per William Friedkin che racconta senza alcun tentennamento una storia di ordinaria follia in un mondo dove non c’è più niente da salvare (nemmeno colei che ad un primo sguardo parrebbe una candida vergine).
Senza strafare, ma anche senza compromessi e indugi, inscena una commedia nera che si evolve in tragedia umana con un finale che fa trattenere il fiato.
Chris (Emile Hirsch) non se la passa per niente bene economicamente parlando (non che il resto sia poi così edificante) e rischia la pelle se non restituirà entro pochi giorni 6000 dollari ad uno spacciatore.
Decide così di eliminare sua madre per incassare il premio assicurativo sulla sua vita e per farlo coinvolge il padre Ansel (Thomas Haden Church) e la sorella minore Dottie (Juno Temple), assoldando Joe (Matthew McConaughey) come killer.
Quest’ultimo, in attesa di ottenere il suo compenso, prende come garanzia Dottie, esegue il suo compito, ma poi le cose non vanno come dovrebbero.
Per tutti si avvicina la resa dei conti.
La cattiveria e la stupidità umana vanno a braccetto e fanno a gara (combattuta) per vedere chi ha la meglio.
William Friedkin rappresenta una fauna di esseri che si scontrano senza pudori per un tozzo di pane (oppure stanno sullo sfondo annuendo come lo stolto Ansel), disposti a tutto per arrivare al fine ultimo ed in questo quadro il killer è quasi il personaggio più normale.
In questo contesto è brillante la descrizione dei personaggi (e convincenti tutti gli attori), soprattutto della giovane Dottie (a parte il cupo Joe), che da oggetto diviene chiave di svolta, e della loro evoluzione in seguito ai sussulti della seconda parte.
I dialoghi sono inoltre precisi, non logorroici, ma acuminati al punto giusto con un crescendo nella seconda parte, almeno una scena cult (quella del pollo, ormai la conoscono tutti ancora da quando il film venne presentato un anno fa a Venezia), colpi a sorpresa (almeno un paio di fregature in rapida successione) ed un finale che non deve nemmeno mostrare tutto per apparire riuscito.
In tutto questo Friedkin si ritaglia una sequenza che ci rimanda ai tempi che furono (l’inseguimento ai danni di Chris e relativo confronto sanguinoso) e mostra assai meno dei suoi settantacinque anni abbondanti, proponendo un contesto pulp che sfocia nella tragedia evitando spettacolarizzazioni e badando strenuamente al sodo.
Film dunque corposo e cinefilo per un tipo di cinema che affronta tematiche odierne, ma con uno sguardo esperto e non conforme alla massa.
Risoluto.
Nonostante gli anni è ancora una roccia, un regista dalle idee chiare e dall'animo imperturbabile.
Ruolo che sa di vera e propria svolta dopo una carriera piuttosto scialba.
Ed il futuro pare arridergli visti i tanti progetti interessanti che ha in cantiere (o che ha già portato a conclusione).
Molto bravo.
Personaggio trasandanto e confusionario per una generazione alla deriva (per valori, qualità, obiettivi).
Buono il contributo recitativo, che rende il personaggio sempre molto presente.
Recita in tono minore, ma il suo padre senza midollo e prese di posizione d'obbligo per il suo ruolo famigliare (insomma anche gli uomini maturi non se la passano certo bene) è riuscito anche per merito suo.
Attore troppo spesso sottovalutato (ma fin dai tempi di "Sideways", grande interpretazione per lui, lo tengo d'occhio), ma altrettanto spesso garanzia di professionalità.
Soddisfacente per 3/4 film, mentre nel finale si prende la sua fetta di torta (o meglio dire, pollo!).
Attenzione, credo che ne sentiremo parlare parecchio in futuro.
Il ruolo è francamente ottimo, ma lei lo impreziosisce con la presenza (bella e provocante nella sua ingenuità) e con una serie di atteggiamenti e modi che non lasciano dubbi.
Talento naturale.
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