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Killer Joe

Regia di William Friedkin vedi scheda film

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La recensione su Killer Joe

di chinaski
8 stelle

I rimasugli della famiglia americana sono come frattaglie unte sputate da una bocca sanguinante dopo che l’hanno costretta a fare un pompino ad una coscia di pollo fritto. Friedkin non è che cerca sottili metafore per la sua messinscena dell’incubo familiare, affonda lo sguardo nella carne e nel putridume delle anime. Un padre alcolizzato e stupido, un figlio spacciatore e indebitato, una nuova moglie amante dei dollari e del cazzo grosso, una ex moglie da uccidere per riscuotere i soldi dell’assicurazione e una figlia emblema di una purezza inutile. E lui, Killer Joe, poliziotto e assassino, dai modi impeccabili, i guanti di pelle, l’unico ad apparire dotato di intelletto e senso etico, anche se rovesciato, anche se diretto verso il male, fino ad una ridicola ricomposizione dell’unità della famiglia davanti ad una tavola, tutti costretti a recitare i loro ruoli, in una demente parodia del ritrovarsi la sera davanti a quattro piatti, dirige Joe e poi impazzisce alzando le mani con sguardo invasato alla notizia di un figlio in arrivo.

Il cinismo di Friedkin non si ferma davanti a nulla, adotta il linguaggio della violenza perché è l’unico che i personaggi del film sanno comprendere, lo alleggerisce con l’ironia, perché la vita, per alcuni, è fondamentalmente qualcosa di stupido e ridicolo e poi ci sono squarci di poesia e candore, Dottie che dice a Joe - I tuoi occhi fanno male o racconta del suo primo amore, senza parole, senza baci, senza contatto con un ragazzino grassoccio che andava a scuola con lei, c’è Joe che, a tratti, è capace di esprimere una reale tenerezza, ma nel fondo si annida il malessere, l’angoscia di una vita fatta di stenti, menzogne, dove i legami di sangue non valgono nulla, perché, come sempre, è il denaro l’unico collante, stare insieme per i soldi, togliere la verginità ad una ragazza perché lei è l’anticipo di un pagamento.

Killer Joe è l’angosciante e grottesca rappresentazione di una società in declino, stordita (dall’alcol, dalla TV, dalla marijuana, dalla pornografia, dal cibo spazzatura), stagnante e fetida. Dove la famiglia non è altro che il luogo in cui il male cova la sua progenie.

E una risata l’unico esorcismo ancora possibile.

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