Regia di William Friedkin vedi scheda film
La famiglia secondo Friedkin. Un noir grottesco ed irriverente, girato con sana, folle e acida ironia da un 76enne nuovamente in forma smagliante. Ma è "Un Cinema" solo per pochi, che è lecito rifiutare. Per chi scrive è già un Cult. Voto: 9
Esclusvamente il pubblico del (e tipico da) multisala (da sabato sera) dove sono finalmente riuscito a vedere il film ieri sera. Ma la paura di non ritrovare più "Killer Joe" la prossima settimana era (e rimane) troppo forte.
La forza del testo teatrale di partenza è innegabile. La caratterizzazione dei personaggi è uno dei punti di forza del film. Friedkin ci mette di Suo una sfrontatezza inusuale, una direzione (e scelta) degli attori straordinaria, una capacità di ricreare situazioni ed atmosfere del tutto particolari, un mix fiammeggiante di western e favola noir. Grandiosa la messa in scena e la direzione della fotografia di Caleb Deschanel, sì il papà di Zoey,
che rimanda chiaramente (vedi la sequenza con Emile Hirsch e Juno Temple disperati ed in fuga lungo la ferrovia) al Suo lavoro in "Twin Peaks".
Prova titanica. Il suo "Joe" è una costante, sadica minaccia. Un'icona, sin dalla sua entrata in scena. Altro "miracolo" di Friedkin.
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