Regia di Karl Freund vedi scheda film
Il terzo mito horror (dopo Dracula e Frankenstein) prodotto dall'Universal è reso unico dalla suggestiva interpretazione di Karloff e dalla solida regia di Freund. La scarsa sceneggiatura, priva di supporto letterario a differenza dei film precedenti, passa così in secondo piano anche grazie alle belle scenografie.
1921. Una spedizione londinese in Egitto, organizzata dal British Museum e guidata dall'archeologo Whemple, porta alla luce il cadavere mummificato del sacerdote Imhotep. Assieme al sarcofago viene rinvenuto anche uno scrigno, contenente il libro di Thot e una formula che, letta ad alta voce da uno dei componenti, riporta in vita la mummia, che fugge portando con sé il papiro.
Nel 1932 il nipote di Whemble è responsabile di una nuova ricerca in Egitto. Dietro suggerimento dello sconosciuto Ardath Bey (Boris Karloff, in realtà la mummia privata di bende), il giovane scopre la tomba della sacerdotessa Ankh-es-en-Amon, i cui resti vengono adagiati nel museo del Cairo. Nel frattempo Ardath Bey incrocia Helen Grosvenor (Zita Johann), fidanzata di uno dei componenti della spedizione - e ragazza dalle sembianze simili a quelle dell'amata Ankh-es-en-Amon - che intende rapire e riportare, mediante attuazione d'un complicato rito, alla vita eterna.
"Antiche leggende e superstizioni popolari dell'Egitto vogliono che i profanatori delle sacre tombe irritino pericolosamente gli dei, e che le maledizioni di questi perseguitino i colpevoli per generazioni. Questa credenza - come le altre nelle forze occulte e nella reincarnazione - non ha mai trovato alcuna conferma nella realtà. Tuttavia ha suggerito a romanzieri e scrittori opere d'arte di cui questo film, La mummia, è uno degli esempi più caratteristici, come il romanzo al quale si ispira." (Voice over sulle sequenze iniziali del film)
Come già era successo l'anno precedente (1931) con Frankenstein (James Whale) e Dracula (Tod Browning), la celebre casa di produzione Universal codifica le regole di un nuovo e inquietante personaggio horror, reso tale dalla notevole perfomance di Karloff, attore emblematico e rappresentativo d'un certo tipo di cinema horror. Nell'immaginario collettivo il tema della mummia ha da sempre rappresentato qualcosa di perturbante, soprattutto dopo l'elaborazione di questa originale versione che non ha mai avuto seguiti, finendo invece per essere stata riproposta più volte in veste di remake, più o meno ufficiali, sino ad anni recenti.
A differenza delle altre icone horror cinematografiche del periodo - e al contrario della tranquillizzante introduzione, del tutto fallace, riportata all'inizio - Ardath Bey/Boris Karloff non ha alcun legame con la letteratura, anche se alcune mummie avevano fatto sporadiche e timide comparse in qualche pellicola antecedente. La celebre vicenda legata alla "maledizione di Tutankhamon" è stata alla base di alcuni scritti antecendenti il film di Freund, senza che mai ne fosse stato prima elaborato un testo significativo, sottoforma di romanzo popolare di successo.
La sceneggiatura de La mummia, rielaborata sulla base di un soggetto esistente con sostituzione della mummia al posto di un ipnotizzatore egiziano, viene eseguita da John Balderston, autore che già in precedenza aveva contribuito all'adattamento cinematografico di Dracula (1931), film dal quale riprende appunto svariati elementi: dallo scienziato in grado di combattere la "creatura", alla presenza di un mostro che catalizza, con fascino ipnotico, l'attenzione delle vittime; ancora: nei due lavori risalta il contrasto tra una creatura malvagia e perversa, inserita in salotti elegantemente arredati.
Il legame con Dracula inoltre non è solo limitato a certe analogie del testo, poiché lo scienziato e il fidanzato di Helen Grosvenor - che appaiono ne La mummia - sono interpretati dagli stessi attori visti sul set di Tod Browning nel ruolo di Van Helsing (Edward Van Sloan) e Harker (David Manners). Il regista Karl Freund (in precedenza all'opera come brillante cineoperatore e tecnico della fotografia, anche sui sets dei classici Metropolis e Il Golem) riesce con il suo geniale talento visionario a far passare in secondo piano una sceneggiatura poco brillante e talvolta confusa, lavorando sull'aspetto scenografico, e concentrandosi sulla figura "magnetica" ed enigmatica interpretata da Karloff. E proprio questi sono gli elementi che hanno reso memorabile il film.
"L’uomo vive nel tempo, nella successione del tempo, e il magico animale nell’attualità, nell’eternità costante."
(Jorge Luis Borges)
Trailer
F.P. 22/05/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 70'06")
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