Regia di Karl Freund vedi scheda film
Il monster movie pregevolmente diretto da Karl Freund affascina e impaurisce ancora oggi senza neanche aver bisogno degli effetti digitali.
La mummia (1932): Boris Karloff
Dopo l'iconica performance nei panni del mostro di Frankenstein, Boris Karloff è subito reingaggiato dalla Universal per l'interpretazione di un'altra creatura dell'orrore: un sacerdote dell'Antico Egitto mummificato e sepolto vivo per sacrilegio e risorto nel nome di un amore che supera i confini del tempo e della morte. Sebbene connotato dal potere sovrumano di uccidere le vittime a distanza stritolando i loro cuori, da una granitica immobilità (che Karloff ottiene congelando le proprie movenze di scena), da un volto rugoso e da occhi vitrei (nuovamente sensazionale l'operato del truccatore Jack Pierce), la sua mostruosità più profonda è nell'opporsi violentemente al rifiuto finale dell'amata (Zita Johann) di morire per lui: un bravo marito sa sempre rispettare il volere della moglie. Ma il sopruso è poi punito da Iside in persona, con un colpo di scena mistico. L'inevitabile invecchiamento ha cosparso di ridicolo alcuni passaggi, ma il monster movie pregevolmente diretto da Karl Freund affascina e impaurisce ancora oggi senza neanche aver bisogno degli effetti digitali dei suoi più recenti e rinunciabili remake. Ottima sceneggiatura di John L. Balderston, tratta da un soggetto di Richard Schayer e Nina W. Putnam ispirato alla maledizione di Tutankhamon.
Come per Dracula, l'inizio è accompagnato dal Tema dei cigni dal famoso balletto di Peter Tchaikovsky. La restante colonna sonora è di James Dietrich.
♥ OTTIMO film — Voto: 8
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perfettamente d'accordo con la classifica di stellette che hai dato ai 3 film girati in epoche diverse!
Ciao Luigi!
Spesso un confronto di questo tipo è molto utile a capire com'è cambiato l'approccio a uno stesso genere o com'è variato il gusto del pubblico: in questo caso, oggi si tende più a stupire con effetti mirabolanti che a erigere trame solide, mentre una volta bastavano un intreccio intelligente e bravi attori a reggere il gioco. Si parla, ovviamente, di cinema di largo consumo: per quello d'autore il discorso è ovviamente di tutt'altro tipo.
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