Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film
Il genio di un autore e' spesso dolorosamente castrato dalla oggettiva impossibilita' di esprimere con completa liberta' le proprie emozioni, le proprie ansie, le proprie aspettative e convinzioni, vittime della mannaia senza scrupoli di produttori irriducibilmente attratti solo dal business. Alla soglia dei settantacinque anni il grande Francis Ford Coppola si considera finalmente un regista per necessita' e non per mestiere, e dal 2007 e' tornato, tra un'annata di vino e l'altra, a dirigere piccoli (ma spesso grandi dal punto di vista artistico) film non facilmente catalogabili o classificabili, figli dell'emozione e della vena creativa che abitano ancora in lui. Twixt, strambo horror emozionante sia visivamente sia dal punto di vista del soggetto, e' il fratello minore, ma solo anagraficamente, dello splendido "Tetro" di un paio di anni fa (mi rifiuto di menzionarlo col bruttissimo e convenzionale titolo italiano), del quale riprende e coltiva con ancor maggiore seduzione le splendide curatissime scenografie, dove anche stavolta il color porpora insanguina uno sfondo stellato in bianco e nero, nell'ambito del sogno piu' seducente e spaventoso che ognuno di noi possa pensare di vivere durante un proprio tormentato sonno ispiratore.
La vicenda singolare e a tratti anche molto buffa di uno scrittore di romanzi horror/gotici di terz'ordine che, convocato a presentare la sua ultima opera in un paesino che non ha nemmeno una libreria (infatti dovra' ricevere i pochi lettori su un banchetto posto tra le corsie di un supermercato/ferramenta), si imbattera' in un caso di omicidio di una ragazza, in uno sceriffo che adora i suoi romanzacci e gli propone di scriverne uno assieme sui tragici fatti che negli anni '50 insanguinarono il borgo a causa di una strage di innocenti, in una setta satanica che bivacca nei pressi di un lago e finisce per prendersi tutte le responsabilita' dell'omicidio, nel fantasma angosciato di una ragazza vittima della strage, nei misteri di un campanile a sette facciate con sette orologi per nulla in sincronia e dall'aspetto sinistramente molto hitchcokiano, si incastra con la seduzione di un sogno ampiamente rivelatore, con il celebre adorato scrittore Edgar Allan Poe che aiuta il protagonista a risolvere il mistero e a trovare l'ispirazione per il libro che questi e' assolutamente obbligato a scrivere. Lambiccatissimo e sensuale, un B-movie spettacolare che sorprende per la comicita' e sensibilita' di situazioni mai viste in un horror: le gesta preparatorie/scaramantiche dell'autore prima di accingersi a iniziare la scrittura, con tanto di montaggio di un pratico tavolino portatile e i tentativi alcolici di far sopraggiungere l'ispirazione, con un incipit metereologico che prevede prima una nebbia fitta, poi l'assoluta assenza di nebbia - esilarante. E ancora il sofferto rimorso del protagonista per la perdita della figlia in un tragico incidente in motoscafo, che riporta drammaticamente alla tragica fine del primogenito di Coppola, morto nelle medesime tragiche circostanze. Per questo motivo dicevo che il cinema e' per Coppola un mezzo per sopravvivere ed esorcizzare certi traumi e fantasmi del passato, per esplicitare un senso di colpa che forse, una volta rappresentato, riesce in qualche modo a fargli trovare pace.
Attori splendidi che ci piace moltissimo rivedere: Val Kilmer, il cui volto dilatato lo rende un clone, ma piu' simpatico, di John Travolta, Joanne Whalley, sua ex moglie nella vita e anche nel film, concorte affamata di soldi che minaccia di vendere un prezioso libro rarissimo del marito, Bruce Dern naturalmente, grande protagonista di molto buon cinema anni '70 e quell'impronunciabile Alden Ehrenreich che aveva gia' illuminato col suo bel volto da divo lo splendido Tetro, e Elle Fanning, il fantasma che ognuno vorrebbe avere alle proprie spalle, anche a costo di venir vampirizzati. Un'opera piccola ma geniale, imperdibile e degna delle piu' alte vette raggiunte in molte occasioni dal grande maestro italo-americano.
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