Regia di Andrea Bianchi vedi scheda film
Apoteosi dell'improvvisazione ai testi (Piero Regnoli), in regia (Andrea Bianchi), nella recitazione, per il doppiaggio e - soprattutto - come produzione. Un horror fuori dai canoni (e dal tempo), così brutto da finire per essere divertente.
Un archeologo, specializzato in cultura etrusca, è artefice di un importante rinvenimento. Convoca nel suo enorme fabbricato alcuni studiosi per metterli al corrente di quanto scoperto. Involontariamente, muovendo alcuni antichi reperti da una necropoli, l'uomo di scienza è stato causa di una inspiegabile manifestazione: dalle tombe riemergono alcuni cadaveri che presto costringono, in difesa della propria vita, all'interno della struttura tutti gli ospiti.
Andrea Bianchi all'epoca aveva già all'attivo un paio di (s)cult movie, ovvero Nude per l'assassino e Malabimba. Poi, dopo questo Zombi horror, approda definitivamente in zona hardcore, dirigendo pellicole esplicitamente porno. Ritorna solo sul finire del decennio al cinema di genere, realizzando un altro "gioiello" della serie Lucio Fulci presenta (Massacre). E a Lucio Fulci, indubbiamente, lo sceneggiatore di questo lavoro, Piero Regnoli, sembra guardare in almeno due momenti: mettendo in scena una donna aggredita da uno zombi e costretta con gli occhi contro schegge di vetro (da una identico contesto proposto, con ben altro effetto, in Zombi 2) e nel finale con sega circolare pericolosamente in prossimità del viso di un superstite (da Paura nella città dei morti viventi). Per restare a Regnoli, prolifico sceneggiatore (e saltuariamente regista) per decine di pellicole bis del cinema italiano Anni '70 e '80, va detto che qui non si è di certo sprecato. Avendo consumato ben poca carta e ancor meno inchiostro su una storia inesistente, senza un principio e priva di fine, corredata da dialoghi oltre il trash. "Non ha più nulla di umano", urla uno dei protagonisti di fronte ad un morto vivente, "sembra corroso dal tempo!". "Chi siete? Cosa volete?", apostrofa invece un altro personaggio, quando si trova (in casa) due o tre creature putrefatte, agghindate con un lungo saio. Mentre, imbattibile, appare l'esclamazione di un terzo soggetto, disturbato mentre sta amoreggiando all'aperto e la sua ragazza lo richiama all'attenzione di alcuni voyeurs sui generis: "Sta calma, è soltanto uno scherzo!". Ma il film non lo è, o almeno Bianchi si sente in vena creativa, probabilmente convinto di stare tra George A. Romero e Amando De Ossorio (il finale nel convento deve molto ai resuscitati ciechi), nonostante i protagonisti cerchino - più che fare spazio alla cultura - di praticare sesso in ogni momento.
Cose interessanti, nel film, però ci sono. Ad esempio stanno nel make up di Rosario Prestopino e negli effetti speciali di Giannetto De Rossi: due eccezionali artisti in grado di fare miracoli, con il nulla che la produzione di Crisanti mette qui a disposizione (sue anche altre perle, tipo Patrick vive ancora, Malabimba e il remake La bimba di Satana). Con riserva (causa interpretazione al limite dell'amatoriale) sulla sempre interessante presenza della Giordano (scream queen di casa nostra), Zombi horror inizia sulle insicure gesta di un emerito esperto di cultura etrusca che ha le fattezze di Enrico Beruschi, dotato di bianca barba incolta, stile medievale e in grado (chissà come, e perché) di scatenare il cataclisma. Enunciato il tenore generale che sta dietro all'operazione, è però doveroso metterne in risalto anche gli aspetti positivi. Intanto Zombi horror si lascia vedere senza noia, e in certi momenti - in virtù del minimalismo dietro la messa in scena, di una ferocia inusitata per l'epoca e di una colonna sonora allucinata - raggiunge vette quasi ipnotiche. Forse anche a causa di un doppiaggio incredibile (i personaggi talvolta parlano a bocca chiusa, talaltra non emettono suoni anche se si stanno sgolando) e di riprese in campo lungo di questi scheletrici esseri dotati di teste sproporzionate e diversamente decomposte, nonché deambulanti in slow motion, Andrea Bianchi colpisce nel segno. Senza rendersene conto, probabilmente. Come sembrerebbe dimostrare la trovata di mettere in scena l'assalto "proletario" alle porte del lussuoso maniero, eseguito da non morti armati di piccone, martello e pala. Momento che potrebbe anche assumere un aspetto politico (la falce compare, ma in un'altra incredibile scena di decollamento alla finestra: ai danni della governante!). Ecco allora che, per indecifrabile regola matematica, la somma degli elementi negativi alla fine dà un risultato (quasi) positivo.
Curiosità
Ad avvalorare il clima di straniante sventatezza, che pervade il film senza soluzione di continuità, contribuisce anche un elemento subliminale, ovvero la percezione di fallace identità attribuita a un adolescente. La scena cult, quella della "mammella" strappata ad Evelyn (Mariangela Giordano), vede in azione il "pargolo" di nome Michael. In realtà il ragazzino, all'epoca del girato, aveva 26 anni: si chiama Pietro Barzocchini, nel cast accreditato come Peter Bark.
La profezia
Sui titoli di coda, appare una curiosa didascalia. Si tratta di una profezia, attribuita al celebre veggente noto come il Ragno Nero:
"The earth shall tremble...
Graves shall open...
They shall come among the living as messengers of death and there shall be the night of terror..."
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