Regia di Andrea Bianchi vedi scheda film
Un archeologo dall’aspetto simile all’Abate Faria scopre una cosa di cui solo lui ne è a conoscenza. Mentre scava in una necropoli viene aggredito da un paio di zombi. Stacco. Tre auto in fila percorrono una strada in salita. Una scopiazzatura di Take five di Dave Brubeck e Paul Desmond commenta i titoli di testa in inglese. Alla testa della delegazione c’è il conte George, la moglie e il figlioletto che raggiungono una grande villa. Durante la notte gli amici ospiti del conte fanno l’amore, idem George con Evelyn interrotti da Michael il “pargoletto” dallo sguardo inquietante. Un’altra ospite Janet dopo aver sognato (non si sa cosa) intima il partner Mark a lasciare la villa. Scema, scema la ragazza ha ragione. Un paio di zombi si aggirano per i muri della villa. Interno giorno. George beve un JB (a favore di cinepresa), mentre i convitati fanno colazione. “E il professore non si è visto?”. “E’ un tipo strano, tutti gli scienziati lo sono!”. “Hai un’idea di quanto vuol comunicarci?”. “Molto approssimativamente…sta studiando le pratiche magiche in uso presso gli etruschi, qualcosa connesso con la sopravvivenza dei morti o roba del genere”. Finalmente qualcosa si schiarisce sulla trama ma nessuno che vada a bussare nella stanza del suddetto professore di Archeologia. Gli amici del conte nel frattempo si divertono in giardino a fare fotografie, scrivere e soprattutto pomiciare. Gli zombi si risvegliano, cominciano a vagare e a farsi vedere dalle giovani coppiette. Irrompono anche nel museo laboratorio del professore e qui riducono George a una passata di pomodoro. Moglie e figlio prima di scappare all’esterno incendiano un paio di zombi, poi insieme agli altri amici si barricano nella villa. La cameriera va a chiudere le imposte di una finestra ma incautamente si sporge e viene decapitata dai simpatici vicini di casa. Altra passata di pomodoro. Nel delirio nevrotico dell’assalto zombistico c’è spazio anche per le morbosità del “piccolo” Michael per la madre. Leslie, un’altra ospite, viene azzannata in un corridoio e si trasforma in una di loro e in seguito addenterà una gamba dell’imberbe Michael che a sua volta…Gli altri resistono finché possono ma gli zombie oltre a moltiplicarsi sono pieni di risorse e amano pure ripresentarsi ai già sconvolti superstiti. Abbuffata finale. Buon Appetito!
Se ci fosse un concorso dedicato al peggior horror della storia del cinema LE NOTTI DEL TERRORE – ZOMBI HORROR vincerebbe a man bassa. Una delle più scombinate e ridicole pellicole del filone horror sugli zombi. Visto che era un prodotto destinato all’estero (sarebbe stato meglio il mercato ortofrutticolo estero) almeno un oscar per i peggiori effetti speciali lo avrebbe meritato. Gli zombie sono truccati malissimo e invece che spavento suscitano sonore risate, teste che si aprono o che si spaccano come angurie e meloni marci, volti e mani che somigliano a miscugli di pasta, pomodoro e verdure!
Autori del menù…pardon film sono Andrea Bianchi alla regia e Piero Regnoli alla sceneggiatura, da citare insieme in modo da non scontentare nessuno sui demeriti artistici.
Nel cast l’unico volto noto è Mariangela Giordano, icona di b-movies e interprete per Carlo Verdone. Tra gli altri, l’uomo bambino Peter Bark e un sosia di Michele Mirabella, tale Roberto Caporali. Le musiche di Elsio Mancuso e Burt Rexon saccheggiano anche i Goblin. Solo per cultori del trash.
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