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Extrema - Al limite della vendetta

Regia di Talia Lugacy vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Extrema - Al limite della vendetta

di arkin
4 stelle

Ci sarebbe un mistero riguardante "Extrema"(migliore, in ogni caso, il titolo originale, "Descent") di Talia Lugacy, e riguarda il perché, nella maggior parte delle critiche mosse al film, ci siano tantissimi errori di riassunto della sceneggiatura(che lo abbiano visto solo tre cani, in realtà?), od il perché le critiche si limitino a sprizzare scintille di odio senza argomentazioni precise sul perché il film "sarebbe una merda"...
Detto questo, l'opera della Lugacy è di fatto un brutto film. Non tanto per il tema trattato, ma perché la regista sembra molto più interessata all'aspetto sadico della vicenda, piuttosto che a quello catartico(un po' come succede nella recente versione di "I'll spit on your grave", anche se quest'ultimo contiene una maggiore ironia). 
Non mentirò: vi farò parecchi spoiler. Per cui, se fate parte di un pubblico sadico o masochista(ci sta pure questo, dal momento che la scena finale è una "sofferenza" che potrebbe piacere a chi ama il dolore), non continuate a leggere prima di aver guardato il film. Perché di fatto io l'ho davvero guardato, e non vi propinerò riassunti scorretti. Lo stupro della Dawson, realistico ed in sordina(non si vede quasi nulla), è completamente diverso dalla crudezza della violenza finale, in cui il povero Chad Faust viene sodomizzato almeno 3 volte( la prima da Maia, la seconda dal suo "fidanzato" psicopatico, che supponiamo vada avanti una terza). E non parliamo di una sequenza con stacchi "sapienti" di montaggio, ma di un infinito e ripetuto "urlo soffocato" da un bavaglio con immagini crude a fare da sfondo. Non giustificato, non giustificabile con la lacrimuccia che Maia(la Dawson) ci regala nel finale, come se quanto fosse capitato al suo aggressore, la avesse finalmente liberata dal suo dolore attraverso il dolore dell'altro. Quello che percepisce il pubblico(o almeno un pubblico normale senza problemi psichiatrici) è solo un intenso sadismo represso(della regista?), esasperato nella forma di uno stupro che mette quasi in secondo piano quello della protagonista. Certo, forse l' "ispirata" conclusione era che la "discesa agli inferi" di Maia, traumatizzata da un violentatore razzista ed indifferente, abbia portato la donna a diventare peggiore del suo aggressore, sottoponendolo a qualcosa di infinitamente più brutale e privo di coscienza morale...ma se anche fosse stato questo, il messaggio portato fuori dalla Lugacy, noi non ce ne siamo accorti. Troppo impegnati a spegnere e riaccendere il film(come ho detto prima, se sani di mente), indecisi tra l'idea di andare via a vomitare e quella di resistere per capire...beh, se davvero "ci fosse un senso". Che non c'è. 
Bravi, comunque, sia la bella Dawson che soprattutto Chad Faust, unica vera "vittima" di un film senza senso: lui ci prova, si mette a nudo(letteralmente, ed integrale), si fa massacrare prima psicologicamente(tutti odiano uno stupratore), e poi fisicamente(la sua scena finale è quella più pesante senza ombra di dubbi). Peccato, perché il ragazzo era interessante fin dall'epoca del telefilm "4400" e forse meriterebber di meglio. Sia lui che la Dawson avrebbero potuto reggere una sceneggiatura intelligente su un tema tanto serio e darci belle prove di recitazione, senza bisogno di gente torturata e sodomizzata per mezz'ora. 
Come ho detto all'inizio: a meno che non siate sadici o masochisti...lasciate stare. 

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