Regia di Tanya Wexler vedi scheda film
Alla fine del 1800, nell’Inghilterra vittoriana dallo stile pomposo, un giovane medico, viene a conoscenza di un curioso metodo per combattere l’isteria femminile. Grazie alla sua mente ingegnosa e alle capacità costruttive di un caro amico, inventerà il vibratore. Seppure il tema della pellicola sembra essere "scomodo" e rischia di cadere nel volgare, mai, per tutta la durata, sfocia in scabrosi argomenti ne tantomeno cade mai nel ridicolo, anzi tratta l’insolito argomento (cinematograficamente parlando) con cognizione e fatti alla mano, sviluppando una trama divertente ed esplicativa quanto basta a rendere il tutto comprensibile. Se l’ambientazione e i costumi risultano ben svolti, lo stesso non può dirsi del cast che non annovera nessun "cavallo di razza", a parte Maggie Gyllenhaal che risulta essere collocata perfettamente nel contesto storico in cui si svolge la storia, con picchi di eccelsa bravura e statica performance che spesso la rappresenta. E' abbastanza chiaro che, la messa in scena, non risulta interessante quanto l’argomento che tratta.
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