Regia di Tanya Wexler vedi scheda film
L'invenzione di un oggetto molto più diffuso di quanto non si supponga,ma ancora oggi considerato tabù come il vibratore,che supplisce per molte signore la mancanza di un contatto sessuale garantito ed affidabile,è al centro di questa commedia in costume diretta dalla nipote dello storico direttore della fotografia di "Qualcuno volò sul nido del cuculo",Tanya Wexler.In un'Inghilterra vittoriana,in cui ovviamente ogni riferimento al sesso è portatore di scandalo,un giovane dottore escogita un metodo per porre rimedio agli isterismi pre-fase depressiva di alcune sue pazienti,individuando nella mancanza di piacere fisico il nodo cruciale di tali sintomi.Il film è gradevole,recitato da un buon cast nel quale si aggira un sornione Rupert Everett,oggi come oggi tra i migliori interpreti dei "supporting roles",e porta avanti una tematica non semplice con sfoggio di leggerezza.Però non tutto va a puntino,si mette anche troppa carne al fuoco,con rivendicazioni femministe ante-litteram che sviano dall'argomento,o perlomeno ne enfatizzano alcuni lati,ma fanno perdere di vista altri,dato che più che altro si prende in considerazione l'ipocrisia benpensante circa la sfera sessuale,e in particolar modo come la viva la donna.E l'intera pellicola ha garbo,assenza di volgarità,ma a tratti sa di compitino rileccato anche troppo lezioso,per convincere davvero.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta