Regia di Emmanuel Mouret vedi scheda film
Parigi ai giorni nostri. Convinta che il marito Jean-Jacques sia in procinto di tradirla con una ragazza incontrata casualmente, Ariane lo prega di accelerare i tempi, pur di non continuare ad essere ossessionata dall’idea di quello che secondo lei dovrà comunque accadere. I due non sanno ancora che la persona in questione è figlia del Presidente della Repubblica! Jean-Jacques si trova così catapultato nelle stanze più alte del “palazzo”, un mondo che gli è completamente estraneo e nel quale si muove a dir poco goffamente. Commediola con alcune trovate originali, anche se la comicità del regista e protagonista Emmanuel Mouret non è proprio tutta farina del suo sacco. Un peccato veniale, perché ispirarsi all’umorismo di un Peter Sellers o di un Roberto Benigni non è di per sé negativo, purché ci si riesca dignitosamente. E il Nostro ce la fa. Qualche gag può apparire leggermente scontata, ma lo si perdona perché la vicenda raccontata ricorda i primi genuini e più ingenui film di o con Woody Allen. Stessi inciampi, stesso paradossale buon senso, stessa capacità di strappare la risata improvvisa. La lunga scena centrale del ricevimento all’Eliseo ricorda, credo volontariamente, “Hollywwod Party” di Blake Edwards (1968), un film che mi ha annoiato mortalmente, mentre qui, a tratti, ho sorriso. So benissimo che la stragrande maggioranza dei cinefili non è d’accordo cone me, ma tant’è. Nei precedenti “Changement d’adresse” (2006) e “Un baiser s’il vous plaît” (2007), Emmanuel Mouret si era egregiamente espresso nel genere “commedia sentimentale”. In questo film, preme l’acceleratore sulla comicità. Non si tratta di un cambiamento di genere, ma solo di una caratteristica aggiuntiva. Funzionerà in futuro? Non ho ancora visto gli altri due film che ha realizzato successivamente, ma sono convinto che il ragazzo vada tenuto d’occhio. Quattro stelle che sono piuttosto le ancora inesprimibili tre e mezza.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta