Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film
Val Padana, fine ’800: i primi tentativi di organizzazione sindacale, la meccanizzazione dei lavori agricoli e la lotta alla tassa sul macinato provocano tensioni tra le famiglie dei mugnai Scacerni e dei contadini Verginesi. Dal terzo volume del romanzo di Bacchelli, un film corale dal tono ingenuamente declamatorio. Poco appassionante, al punto che a un certo momento la sceneggiatura sembra dimenticarsene, la storia d’amore tra Sernas e Del Poggio, che oltretutto hanno sempre l’aria troppo signorile per certi ruoli. Funziona meglio come affresco sociale, mostrando il paradossale contrasto fra il conservatorismo dei contadini, legati alle loro abitudini ataviche, e il progressismo del padrone, deciso a introdurre innovazioni che migliorino la produttività; in mezzo il prete, ben attento a barcamenarsi fra le due parti, evita sempre di pronunciarsi con chiarezza sulle questioni più spinose. La scena migliore è sicuramente quella in cui i soldati, chiamati a sostituire gli scioperanti nel lavoro di mietitura, si scontrano con le donne che occupano fisicamente il campo: l’unica che non avrebbe sfigurato in Novecento.
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