Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Scorsese omaggia la memoria e l'operato dei fratelli Lumiere riassumendo a suo modo le origini del cinema attraverso un film assai patinato e di forte impatto visivo (aiutato in parte dal 3D), ma la cui trama rimane un po' troppo in superficie, senza approfondire per bene fatti, situazioni e personaggi per riuscire a rivelarsi veramente un capolavoro. Molto infatti sembra confuso, sconclusionato e dislegato. Dopo un buon inizio, il ritmo cala, poi si risolleva, poi cala di nuovo, insomma, è incostante. Così si alternano bei momenti che rappresentano il cinema allo stato puro con altri momenti addirittura noiosi. Tutto ruota intorno alle avventure o semi-disavventure dell'orfanello Hugo, ma ogni situazione che si crea e che si ricollega ad un'altra non sempre viene spiegata, chiarita o risolta. Ad esempio Hugo ad un certo punto incontra una bambina che ha un padre adottivo che ce l'ha proprio con lui senza che se ne capisca il motivo, poi salta fuori il fatto del robottino guasto che forse rappresenta una metafora, ma tutto seguita ad esser davvero poco chiaro. Hugo si convince che l'automa da riparare, porti un messaggio del padre e da questo lentamente si scivola nella tematica del cinema ed entra in scena un personaggio che è un regista abbastanza sottovalutato. Viene quindi sviluppata la sua storia che magari approfondisce la questione del robottino ed illustra lo splendore del cinema ai suoi albori, ma che non c'entra granchè con i due bambini e neanche con tutto il resto. In poche parole non c'è un nesso tra la storia raccontata durante il primo tempo e quella del secondo. Sembra di guardare un film diviso, con varie sottotrame che s'intersecano con dissonante logica. Per carità, il cast che vanta alcuni nomi importanti (quanto sprecati) è ben assortito, le scenografie sono bellissime, la fotografia è perfettamente cupa ed il montaggio sonoro è ottimo, ma la narrazione è farraginosa, stressante ed anche uggiosa. Alla fine mi son chiesta: ma di che parla questo film? Parla delle vicissitudini dell'orfano Hugo? Parla della sua tristezza e solitudine che lo spingono ad indagare su possibili messaggi subliminali che gli avrebbe lasciato il padre? O vuole più semplicemente illustrare lo stile del cinema degli anni trenta? Certo è che il collegamento tra la biografia di Hugo e l'antico modo di fare cinema non sta in piedi. Ha poco senso, sembra solo un pasticcio camuffato da storia sensazionale. Ciò che poi dispiace maggiormente è notare che il trailer o la locandina lo fanno sembrare tutt'altra roba... lo fanno di fatti sembrare quasi un film magico e fantastico quando invece non è nulla di tutto questo.
Mah...
Ehhhhh.......
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