Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Premetto che è il primo film che vedo al cinema in 3D, per quanto strano possa sembrare: l'effetto stereoscopico è stato per me una piacevole novità e, applicato alla durata di un intero lungometraggio, ha favorito il mio coinvolgimento nella vicenda (in precedenza, avevo assistito a filmati in 3D soprattutto presso parchi-giochi come Gardaland o EuroDisney a Parigi). Non sono la persona più adatta a giudicare la qualità delle immagini secondo questo formato per me inedito, ma poichè il film ha ricevuto le lodi, fra gli altri, anche del James Cameron di Avatar, mi fido della sua eccellenza tecnica. Venendo ad un discorso sui contenuti del film, devo dire che anche sotto questo aspetto sono rimasto piacevolmente sorpreso: è un'opera piuttosto inedita nella filmografia del Maestro, una fiaba cinefila che tesse un elogio incondizionato dell'intraprendenza e dello spirito pionieristico dei primi Maestri della Settima Arte, incarnati nella figura emblematica di Georges Melies che forse è stato il vero creatore del Cinema come lo intendiamo ancora ai giorni nostri. Scorsese è un regista che da sempre ha fatto della cinefilia una ragione per cui vivere, al pari di un Truffaut, e dunque questo omaggio mi sembra particolarmente sentito e sincero: la figura dell'anziano Melies forse non risponde del tutto alla realtà storica, ma, grazie anche alla notevole prestazione di Ben Kingsley, è perfettamente funzionale al discorso del regista e al messaggio del film. Il racconto scorre spedito, senza annoiare, alternando momenti di commozione ad altri buffi e perfino grotteschi (il guardiano di Sacha Baron-Cohen, però, mi sembra uno dei personaggi meno convincenti): la mano del regista riesce a trovare quasi sempre il tocco giusto e a girare un colosso di altissimo costo senza cedere alle convenzioni della retorica hollywoodiana dei film sull'infanzia abbandonata. Tuttavia, non arriverei a gridare al capolavoro perchè il film, pur ottimamente realizzato in ogni suo aspetto, non ha l'urgenza espressiva e il tocco fortemente personale dei veri capolavori di Scorsese, ed è comunque legato ad un tipo di produzione multimilonaria (si parla di 170 milioni di dollari di budget) che è più vicina alla concezione del cinema del vecchio produttore Selznick (di cui l'autore del libro è il nipote) che non a quella del mitico regista di Taxi Driver e Quei bravi ragazzi.
voto 8/10
P.s.: ringrazio sentitamente l'amico BobtheHeat, oltre che per la sua gentilezza, per avermi spronato più volte a recensire film appena usciti nelle sale, e dunque a tornare a vedere i film al cinema.
Già visto nel Bambino col pigiama a righe, recita con sicurezza e padroneggia bene il personaggio
carina ma un pò troppo zuccherosa
divertente, ma il suo personaggio mi sembra fin troppo stereotipato
appare in una sola scena
ottima interpretazione nei panni del mitico regista del muto
brava come moglie di Georges Melies
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta