Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Splendido e sentito omaggio di un maestro del Cinema contemporaneo ad un pioniere della Settima Arte. Martin Scorsese, prendendo spunto dal romanzo di Brian Selznick, ci regala un film dove, anche grazie ad un uso straordinario e funzionale della tridimensionalità, ogni sequenza è costruita in modo magistrale.
Attraverso gli occhi del piccolo Hugo Cabret (il giovane e molto espressivo Asa Butterfield) ci viene raccontata la vicenda di George Meliès (un grande Ben Kingsley), autore, tra gli altri, de 'Il viaggio sulla Luna' e primo ad usare il cinema come strumento per narrare una storia invece che come mera fotografia della realtà come fecero i fratelli Lumière.
I suoi film - qualche centinaio, anche se la durata era molto limitata - si avvalevano di trucchi molto ingegnosi per l'epoca e di incredibili scenografie, riprodotte in maniera semplicemente fantastica dai 'nostri' Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo ma oggi, di tutto il suo lavoro, non ci resta che una piccola percentuale.
Scorsese non fa una fredda operazione di filologia cinematografica ma un'opera da cui trasuda tutta la sua passione per il cinema, già manifestata nel corso della sua lunga carriera, con omaggi continui in ogni singola opera.
Anche le continuità tematiche non mancano poiché, tanto Hugo quanto Meliès non sono altro che due personaggi solitari che cercano, a fatica, di inserirsi nella realtà che li circonda.
Voto: 9.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta