Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Il favoritissimo agli Oscar 2012 pare proprio essere,nuovamente,sei anni dopo il trionfo di "The departed",un film di Martin Scorsese,dopo anni di dichiarato ostracismo al suo cinema eppure così importante.E' il primo lavoro del cineasta di "Toro scatenato" in 3D,ed è il suo primo film esplicitamente per ragazzi:tratto da un romanzo di Brian Selznick,ambientato in una Parigi che,specialmente in questa stagione,è felice teatro per registi importanti (anche Woody Allen,come ben sappiamo),racconta l'incontro tra un piccolo orfano che vive clandestinamente nella stazione della Ville Lumière e Georges Meliès,ridotto in miseria dopo i fasti del pionierismo cinematografico,che possiede un piccolo negozio di giocattoli spesso deserto.Aprendosi su un carrello in discesa mozzafiato,che esalta le proprietà delle tre dimensioni,il film si situa tra dramma e commedia,con l'avventura di un ragazzino coraggioso che grazie ad un automa lasciatogli dal padre trova il sistema di comunicare con l'anziano maestro che dapprima si risente,e per via anche della figlioccia dell'artista decaduto,riesce a far breccia nel cuore suo e della moglie,sempre che la furibonda guardia della stazione,con dobermann annesso,non riesca a mettergli le zampe addosso... L'effetto tridimensionale è qui sfruttato benissimo,e pure James Cameron,che sta al nuovo modo di fare cinema in 3D come Meliès stava ai film fantastici,l'ha elogiato:curioso che per uno degli omaggi più appassionati e colti all'artigianato del cinema che fu si sia adoperato il nuovo modo rivoluzionario di realizzare un film.E non è solo questione di Meliès,Scorsese,da cinefilo a tutto tondo,nel finale cita espressamente Vittorio De Sica,donando alla pellicola uno sguardo fanciullesco che fa volare lo spettatore e la sua partecipazione al racconto:e,può darsi,che per un regista che da sempre ha studiato e reso su celluloide la natura violenta dell'Uomo,oltre a riti e costumi di comunità che prosperano in luoghi lontani dalle origini,che con la maturazione sia giunto il momento di una riconsiderazione di sentimenti e l'apertura a compassione e tenerezza. Quella stessa che commuove nel finale,per il formarsi di nuovi nuclei ed una speranza verso il formarsi di sentimenti inespressi fino ad allora.In un quadro d'epoca che riproduce l'alba del grande schermo,"Hugo Cabret" è un bel pezzo di cinema di serie A modernissimo che si nutre delle proprie radici.
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