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Red Lights

Regia di Rodrigo Cortés vedi scheda film

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Enrique

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La recensione su Red Lights

di Enrique
4 stelle

Nello panorama variegato delle sterminate offerte (pseudo)didattiche che popolano corsi di laurea di qua e di là dell’oceano, capita di imbattersi anche (si spera solo nella finzione) nei titolari delle cattedre di “smascheramento delle bufale”, con al seguito brillanti ricercatori di fisica (perché tanto tra fisica e “meta”fisica che vuoi che ci passi) i cui esimi colleghi - complici chissà quali subdoli “agganci” e maneggi nelle più alte sfere - sono addirittura lautamente finanziati per potersi prodigare, peraltro, in attività ancora più rigorosamente “scientifiche” (alla mago Silvan - ma con tanto di camice - giusto per capirci).

Ora, se queste sono le (burlesche) premesse dell’ambito scientifico, cosa ci si deve attendere dai loro sviluppi, sul terreno del paranormale?

 

Dubito che ci sia bisogno di aggiungere altro.

Mi limiterò, allora, a poche altre righe.

Non c’è (altresì) l’arcano nella sceneggiatura dell’ultimo film di R.Cortés. E, quando manca quello, manca un’ ulteriore importante fonte di tensione (e se in un thriller manca questa che thriller sarà mai?). E, così, invece dell’arrosto ci si deve accontentare del fumo.

Uno dei 2 trucchi di Silver/De Niro, infatti, è abbastanza intuibile fin da subito (basta aver visto - e ricordarsi di - The Prestige per non cadere nel tranello), mentre l’altro (a mio avviso) non ha alcun peso nell’economia dell’intreccio.

 

L’inconsistenza e la noia (alimentando la fucina delle suggestioni con escamotage tra il frusto e lo smunto) la fanno da padrone. Sicchè quando - fra uno sbadiglio ed un’alzata di sopracciglio (per il livello della sceneggiatura cui si assiste) - si arriva, fin troppo “deperiti”, all’ultimo coup de theatre (non quello - come già accennato - che riguarda Silver, ma “l’altro”), è con grande sforzo (men che meno con entusiasmo) che si rievocano gli indizi (fra quelli disseminati, in precedenza, lungo la narrazione) che, ad esso, intendevano fare da preludio.

Ennesimo prodotto, ordunque, da accantonare irrimediabilmente nel dimenticatoio.

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