Regia di Rodrigo Cortés vedi scheda film
“Non puoi negare te stesso per sempre”. Tale frase che non meno di un paio di volte viene ripetuta nel film è poi la morale del film stesso. L’inutile, logorante necessità di affermazione, di definizione che la gente persegue è in realtà un grande bluff, l’ennesima fregatura che la vita ci porta ad inseguire. A cosa serve apparire in un modo se poi si è un’altra cosa, molto spesso “un’altra cosa” che nemmeno ci piace? Finiamo sempre col comportarci nel modo più simile a coloro che in realtà ammiriamo ma che dimostriamo di non sopportare, perché in loro vediamo riflessi i nostri difetti, quelli che riusciamo ad evidenziare negli altri.
Tom Buckley, un Cillian Murphy in crescente (e convincente) ascesa, perseguita e ossessiona la vita del cieco e paragnosta (?) Simon Silver, finalmente un De Niro che si guarda con piacere, perché in lui vede riflesso se stesso, ciò che sa di dover (e forse un po’ anche voler) essere ma che non riesce ad ammettere al suo inconscio fisico e razionale. Si circonda di persone che lo lasciano con “i piedi per terra” e smaschera i fenomeni paranormali per continuare a prendersi in giro, a mentire… a se stesso.
Eccellente Rodrigo Cortés che riesce a confezionare un thriller coi fiocchi, con la giusta dose di suspance e un unico, vero colpo di scena. Con un’andatura lenta ma non troppo il film si gusta in modo ottimo e non annoia grazie anche ad un cast più che buono e ben scelto.
Indecisa fino all'ultimo su tre film in programma posso ritenermi soddisfatta della scelta (che non era poi cosi ardua) presa!
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