Regia di Dito Montiel vedi scheda film
Gran cast di contorno per un dramma poliziesco che non convince appieno ...
A causa di una serie di lettere anonime , un giovane poliziotto newyorchese vede riaffiorare gli incubi di un lontano passato che voleva dimenticare ... Una pellicola che rientra nei canoni della poetica autoriale di Dito Montiel , regista che porta in genere sullo schermo storie ispirate alla sua gioventù , vissuta nei ghetti del Queens . Più che un thriller , lo definirei un dramma poliziesco , che prova a scavare nella costruzione psicologica di un protagonista in difficoltà ed anche a denunciare il degrado ambientale e morale in cui la gente di quel quartiere è costretta a vivere . La pellicola scorre su due piani temporali distanti una quindicina d' anni tra loro ma che sullo schermo si alternano di frequente , creando anche un po' di confusione . A questo proposito , ritengo che la cosa più riuscita siano proprio i flashback nel caratteristico sobborgo malfamato .
La vicenda è piuttosto lenta e lacunosa e , anche se ha il coraggio di mettere sotto i riflettori il marciume che si nasconde spesso nell' eroico corpo di Polizia , non risulta particolarmente avvincente . Oltretutto non sono riuscito a comprendere nè per quale motivo siano state scritte le lettere anonime , nè quale rilievo probatorio possano avere . Protagonista assoluto è l' attore feticcio di Montiel , Channing Tatum , qui discreto , contornato da grandi nomi un po' sprecati , come quelli di Al Pacino , di Juliette Binoche , di Ray Liotta e di Katie Holmes , spesso relegati a particine di poco conto . Un film non brutto ma che alla fine mi sento di definire un' occasione mancata . Diciamo che galleggia intorno al 5,5 .
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta