Regia di Dito Montiel vedi scheda film
Il protagonista è un figlio di nessuno ma stavolta Matarazzo e il melodramma all'italiana non c'entrano.
Questa è la solita storiaccia che affonda le radici in un trauma pregresso e che dietro un involucro moderno nasconde uno spirito molto anni 70,quelli in cui c'erano solo la legge e l'onore e la prima non era precisamente la cosa principale a cui si richiamavano i poliziotti.
Però se tra i poliziotti più anziani metti gente come Ray Liotta e Al Pacino mentre tra i giovani metti un filetto di stoccafisso scelto come Channing Tatum , è comprensibile che non ci sia partita.
Montiel tenta di confondere le carte e le idee, sottopone la sua regia a un massiccio ritocco estetico solo per dare un tono appena più nobile al film ma si infogna in un poliziesco senza cuore che sembra solo una pallida mostra di bigiotteria.
Che sarà pure bella a vedersi ma è sempre e solo bigiotteria di valore dubbio.
Insomma un falso poliziesco d'annata in cui la polizia è un covo di serpenti solo per salvare le apparenze(anche se ci sono un paio di omicidi di mezzo,ma tanto quei due erano feccia non pianta da nessuno), ci sono giornalisti legati romanticamente alla propria professione e vecchi amici di infanzia che chissà perchè o percome hanno definitivamente sbroccato.
Insomma ci sono tanti figli di nessuno in questo film.
Che è figlio di Dito Montiel,dita forse rubate alla tastiera di un computer e corde vocali forse rubate a un microfono.
Come regista deve ancora crescere nonostante i tentativi di apparire molto più scafato di quello che è.
In fondo il suo successo finora lo deve a un romanzo autobiografico e al film da esso tratto.
Pochino per pensare di essere di fronte a un nuovo autore...
adulterata
uno stoccafisso
parte breve ma intensa
personaggio troppo idealista per essere verosimile
basta lo sguardo
la signora Cruise non demerita nella parte della moglie stracciamaroni
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