Trama
Bella (Laura Chiatti) conduce una famosa trasmissione televisiva sulla chirurgia plastica in cui bizzarri e surreali ospiti si sottopongono a interventi di chirurgia estetica eseguiti dal chirurgo suo marito René (Alessandro Preziosi), gestore di un’esclusiva clinica privata situata tra i boschi dell’Alto Adige ma pieno di debiti. Licenziata a causa del crollo degli ascolti, Bella fugge via dagli studi televisivi e ha un grave incidente automobilistico. Anziché scoraggiarsi, decide di sfruttare la situazione a proprio vantaggio e chiede al marito di trasformarle il volto in diretta televisiva per rilanciare la sua immagine. Con un ritorno mediatico ed economico senza precedenti, i due sottovalutano le conseguenze che l’operazione comporterà nella vita di tutti i giorni.
Approfondimento
IL VOLTO DI UN'ALTRA: UNA COMMEDIA SUL MONDO CONTEMPORANEO
A quattro anni di distanza da Il seme della discordia, il regista napoletano Pappi Corsicato torna alla regia di un lungometraggio di finzione con Il volto di un'altra, riflessione sul mondo del XXI secolo che ha come sfondo l'ambiente della chirurgia estetica. Assistente volontario sul set di Légami di Pedro Almodovar, Corsicato così ha spiegato la sua opera in occasione della presentazione al Festival internazionale del film di Roma 2012: «Il film nasce da una giocosa riflessione sul contemporaneo. È una commedia che in tono ironico e divertito affronta temi che ormai fanno parte del nostro quotidiano, come l’uso della chirurgia plastica, i media, la spettacolarizzazione della cronaca ecc. Tutto questo attraverso il racconto delle vicende di una coppia di personaggi televisivi pronti a tutto pur di affermare la propria immagine e il proprio successo.
Questo film è stato per me anche un’occasione per raccontare una storia con un linguaggio diverso, mescolando vari generi che vanno dalla commedia romantica americana al cinema di costume italiano. Per puro divertimento, ci sono anche inserti in bianco e nero per sottolineare che ci stiamo muovendo in un mondo di finzione. Così come per le scene e i costumi, mi sono ispirato al mondo della moda e al cinema Giapponese. Tra glamour e funny horror. Un altro aspetto importante del film è la colonna sonora. Ho cercato di costruire attraverso le musiche che ho scelto, un altro livello drammaturgico. Ho scelto molta musica classica, primo tra tutti uno dei miei compositori preferiti Aram Khachaturian, ma anche Rimsky-Korsakov, De Masi ecc.
Anche i vari i riferimenti cinematografici che punteggiano il film (su tutti le commedie di Billy Wilder e i melò alla Douglas Sirk, ma rivisti in chiave acida e contemporanea) stanno proprio a sottolineare che i personaggi si muovono in un mondo di finzione di cui sono artefici e vittime al tempo stesso. L’essere e l’apparire non sono più in contrapposizione ma anzi, in un generale caos di insensatezza, si sovrappongono e conducono a risoluzioni inaspettate o imponderabili.
Ho pensato ai personaggi di questa storia come ad un gruppo di attori che interpretano un ruolo in un feuilleton: la Star Televisiva, il Chirurgo, l'Operaio, la Suora, i Tirolesi ecc. Non come persone reali. Come se si muovessero in un teatrino in cui sono tutti in maschera. Anche i due bambini presenti nella storia sono sempre vestiti come se stessero ad una festa di carnevale: da cowboy, da extra terrestre, da fatina ecc....proprio a sottolineare che siamo in un mondo di finzione in cui ci si rappresenta attraverso una maschera.».
Note
Occhi a Tarantino e ritmi di Wilder, mire a Buñuel, squarci di Ferreri. Quello di Corsicato è un cinema che costantemente rimanda. In alto, in basso. E che sa, sempre, di articolare frasi fatte. Reinventandole, reinventandosi continuamente. Corsicato dirige come se componesse musica exotica su testi di Pasquale Panella, gioca con gli automatismi della lingua cinematografica d’oggi, ruba ovunque e ci ricorda Renoir e Godard quando sostenevano «bisognerebbe dare onorificenze alla gente che plagia». Cinema che fagocita cinema, icone che ne ricalcano altre, copie di copie. Per parlare della contemporaneità, sostiene, non serve il realismo.
Trailer
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Commenti (4) vedi tutti
Con tutte le vaccate di commedie che si fanno in Italia,come si fa a dire che questo film merita appena la sufficenza.Bella Pappi 7+.
commento di Utente rimosso (LuCciolo6nove)Film anche ben strutturato ed Interpretazioni gradevoli pero' mi ha assai ricordato un Film Francese di fine anni '50 in b/n sempre con Protagonista Femminile del quale non ricordo il Titolo ma era un CAPOLAVORO !!! VOTO.6.5.
commento di chribio1Un tantino sorprendente e va benissimo così.
leggi la recensione completa di tobanisCome si può giudicare bene un film recitato peggio di uno sceneggiato ?dovrebbe essere vietato produrre film del genere.E tenta pure di scimmiottare Lars con trier, Francois Ozon …Non ci siamo !
commento di Alice07