Regia di Alex Kurtzman vedi scheda film
Gente come noi. Mica tanto. Ma si sa, gli americani tendono sempre a farla un po’ più grossa del dovuto. Nell’immortalare nuclei familiari disfunzionali, poi, dimostrano sempre un estro inesauribile. Questa volta è il turno di un giovane rampante, peraltro indagato per frode, che torna a casa per il funerale del padre. In ritardo ed insofferente all’idea di dover fare i conti con un’infanzia non propriamente felice, il nostro si ritrova improvvisamente ad ereditare una sorella male in arnese con tanto di figlio piccolo a carico. L’ultimo dono di un capofamiglia dalla doppia vita. Una commedia agrodolce ritagliata sulle spalle di uomini e donne oramai orfani di un defunto sogno americano. Persone che si barcamenano fra riunioni degli alcolisti anonimi e piccole truffe, alla ricerca di un posto al sole che pare essergli negato alla nascita. Menzogne e musica, rapporti sentimentali instabili ed una buona dose di egoismo, le classiche difficoltà di comunicazione che hanno fatto la fortuna di tutto un genere filmico. Prima che il tutto prenda l’inevitabile svolta positiva, il film di Alex Kurtzman fa il suo sporco lavoro d’intrattenimento annoverando una sceneggiatura meno scontata del solito ed una regia ben calibrata che riesce ad orchestrare un articolato incrocio di destini dal quale emergono realtà umane un poco edulcorate ma ben caratterizzate. Se infatti Chris Pine se la cava in panni meno imbambolati del solito - in un paio di occasioni riesce persino ad andare oltre lo stereotipo del fighetto problematico – decisiva risulta l’efficacia della guida femminile affidata a partner di grande effetto (e bellezza) come Elizabeth Banks e Michelle Pfeiffer. Sprecata invece, come troppo spesso accade, Olivia Wilde.
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