Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film
Fra i film western più quotati nella classifica mondiale Imdb rientra questo titolo, per cui mi sono approcciato alla visione nella consapevolezza di osservare un “classico” western, conclamato tanto in Italia quanto all’estero. Alla fine della visione il sentimento predominante è stato la delusione.
Allora perché vedere “Il mucchio selvaggio”?
Un paio di buoni motivi li ho riscontrati e sono degni di essere menzionati: il primo di carattere antropologico, il secondo riguarda il contributo che questo titolo ha dato all’evoluzione, alla storia del cinema d’azione, più che western.
Il motivo antropologico
Vi siete mai chiesti che ne è stato dei cowboy? Perché sono scomparsi? Si sono estinti come dinosauri? Sono stati spazzati via in un unico evento? O c’è stato un estinzione lenta e graduale? Ebbene, se fossimo interessati alla risposta, allora in questo film potremmo trovare più che qualche spunto per la soluzione. Ma non lo trovo un argomento abbastanza interessante, almeno per noi europei.
Il contributo storico evolutivo dato al cinema
Oltre ad evidenziare alcuni aspetti che hanno fatto estinguere il mondo western, il film da un maggiore contributo all’evoluzione, o forse a dare inizio, impulso ad un nuovo genere per l’epoca (1969): il genere d’azione. “Il mucchio selvaggio” inaugura uno stile rivoluzionario di violenza realistica che per l’epoca aveva un sapore certamente innovativo. Anche l’uso dei rallenty, forse è fra le prime volte, massicciamente utilizzato. Ma bastano questi due aspetti per giustificare l’enorme successo di pubblico e di critica che questo film riceve da decenni a livello mondiale? Per me no! Qualcosa non mi convince e non mi ha catturato.
Il mucchio selvaggio (1969): scena
I punti deboli del film
I protagonisti sono due gruppi di pistoleri che si assomigliano troppo, parecchio per caratteristiche, età anagrafica (piuttosto avanzate) e con due capi che hanno quasi la stessa ‘faccia’. Il primo gruppo è composto da criminali che si affannano per la loro ultima grande rapina che risulta essere soltanto un’encomiabile perdita di tempo; l’altro gruppo è una banda di mercenari al soldo della Società delle ferrovie, che ha l’incarico di eliminare il primo gruppo; il leader del secondo gruppo è Deke Thornton, anche lui ex rapinatore, conosce bene come operano i suoi ex colleghi banditi, ma ho trovato ridicolo che un cowboy navigato si sia fatto prendere da un senso di lealtà verso i rapinatori, da una sorta di codice d’onore tra ladri, che trovo in antitesi e anacronistico con lo spirito fondamentalmente anarchico che doveva regnare nel vecchio West.
La chiave antropologica voluta dagli autori l’ho trovata eccessivamente forzata; quasi a dire che questo ‘mucchio selvaggio’ di cowboy sia l’ultimo cespo di quella razza selvaggia che si stava estinguendo cedendo il passo alla società civile e industriale, al progresso. Poetico sì, ma non in linea con quella violenza caricaturale, quel senso di libertà che ci si aspetterebbe nel West. Senza dubbio film come questo hanno dato lo spunto anche per alcuni personaggi caratteristici dei film di Quentin Tarantino. Nonostante ciò l’ho trovato un film che ha deluso le mie aspettative; troppo verboso, agrodolce, a volte triste, poco brillante e imperfetto sia come genere western, che come prototipo dei film d’azione.
In definitiva vale poco rispetto al western all’italiana rappresentato dal ben più grande Sergio Leone, il quale davvero ha rappresentato tutta la ‘miticità’ del vecchio West.
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Grazie @gianni del tuo passaggio, ovviamente il rispetto delle idee altrui è alla base di ogni confronto civile, mi trovi assolutamente in linea. D'altronde questo è il bello del sito! Per me qui il regista stava con la mente già al film dell'anno successivo: Cane di paglia, questo si molto significativo.
CVD: bellissimo scambio di opinioni e argomentazioni che ha arricchito la recensione. Grazie a tutti !
Da molto tempo non rivedo questo film e quindi qualche scena potrebbe sicuramente sfuggirmi , per certo lo apprezzai più di te ;)
Sinceramente io lo vidi esattamente come uno dei primi film dove appunto si iniziava a vedere la fine del cowboy inteso alla vecchia maniera , specialmente per quelli della mia età che a differenza di chi è arrivato dopo iniziai ad andare al cinema proprio con i primi film western.
L'unica cosa che mi lasciò poco convinta furono i cosidetti rallenty a cui a suo tempo non ero abituata mentre il fatto che ci sia meno epica e più realismo fa parte proprio di quel cambiamento poi seguito da altri ed obiettivamnete inevitabile, direi un mutamento fisiologico.
Sergio Leone....ecco io adoro i suoi film , ogni anno li rivedo e faccio parte di chi conosce le battute a memoria ...i suoi sono lavori unici in tutti i sensi; secondo me lui è quasi inclassificabile nel senso che se è vero che usciva con i suoi lavori nello stesso periodo di Il Mucchio selvaggio , dei due era forse Leone ad essere fuori tempo eppure , e qui sta la sua grandezza, era riuscito a percorrere una strada poco battuta prima e sul filo di lana dalla fine del western, perchè c'era evidentemente ancora una certa visione mitica del western ma con molto meno retorica , un guizzo di ironia intelligente ed una parte di presa di posizione sociale nuova .
tornando al Mucchio....i fatti su cui punti il dito: i protagonisti di uno e dell'altro gruppo si somigliano troppo ...beh...secondo me non potevano finire tutti i personaggi di un epoca in un gruppo mentre gli altri essere tutti della nuova generazione......secondo , "...chiave antropologica eccessivamente forzata ecc ecc ...", è proprio il vecchio senso di libertà che li spinge a farsi ammazzare assurdamente non volendo accettare il fatto che il mondo cambia, ed infine "..poco brillante ed imperfetto sia come western che come film d'azione .." , certo non era ancora chiaro il limite , la fine e l'inizio non potevano risolversi immediatamente , non c'è mai una fine improvvisa nelle evoluzioni sociali. Sulla rappresentazione del genere femminile ...sinceramente non ricordo bene ma può essere che mi avesse colpito meno perchè , appunto, abituata al vecchio west dove , da che mi ricordo, insomma non è che il femminismo la facesse da padrone, e si potevano essere presenti figure matriarcali importanti ma in linea di massima si contavano s8ulle dita delle mani , la donna aveva un ruolo subalterno , che poi in certi film fosse più in evidenza la " meretrice " che la " madre di famiglia " .....oddio ...non ho tenuto il conto ;))
Un saluto dalla Dolly .....nel mucchio :D
Un saluto dalla Dolly
Salve! Circa la questione della rappresentazione del genere femminile ne "Il mucchio selvaggio" segnalo questo interessante articolo ( http://www.criticsatlarge.ca/2012/05/brutal-sympathy-women-in-peckinpahs.html ).
L'analisi che proponi è sin troppo perspicace, ma poco sincera, mi sembra una difesa d'ufficio del registo ... ci vuole troppa analisi per essere percepita dallo spettatore. La prima visione del film da immanente una senzazione dell'uso delle donne come oggetti d'uso o decorativi al servizio degli uomini o delle vicende domestiche. Per non parlare delle citazioni anti femministe in Cane di Paglia ... lì proprio si esagera. Grazie del tuo contributo, significativo, ma che non non mi ha convinto del tutto.
Totalmente d'accordo sulla recensione. Una vera delusione!
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