Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film
Poca ironia e poca poetica per questo western tipicamente americano che si avvale di una regia talentuosa (voto: 8.5) supportata da effetti speciali (voto: 9) particolarmente curati e nettamente superiori rispetto alla media dei western del periodo (molto ben realizzata, ad esempio, la sequenza dell’esplosione del ponte con i cavalli che precipitano giù nel fiume, ma anche quella dell’incidente del treno e tutte quelle relative alle sparatorie).
Peckinpah si mostra particolarmente a suo agio ogni volta che il film entra nel vivo snocciolando riprese da vari punti di vista comprese gustosissime riprese dalla soggettiva dei personaggi. Sotto questo punto di vista, tra le sequenze più belle e forse più originali segnalo quella della cattura del messicano (ripresa dalla soggettiva dello stesso mentre sta tentando di fuggire in sella al suo cavallo) che ha rubato la cassa di armi. Non si può, poi, fare a meno di lodare la regia anche in tutte le sequenze in cui si spara, con Peckinpah che mostra una serie di scene “a mitragliatrice” passando da un personaggio all’altro dando offrendo, così, una regia dinamicissima. Il regista non convince molto, invece, nella parte di quiete del film dove il ritmo cala massicciamente anche a causa di una sceneggiatura (voto: 6.5) che, nonostante la candidatura all’oscar, non trovo affatto geniale. Gli sceneggiatori, infatti, non optano né per l’ironia né x dialoghi (voto: 6) dotati di battute memorabili (cosa che, invece, contraddistingueva i films di Sergio Leone) e ciò, secondo il mio modesto parere, contribuisce a rendere meno interessante tutta la parte centrale (in cui succede veramente poco).
Discreta la fotografia (voto: 7), interpretazioni (voto: 7+) naturali, ma cmq ordinarie senza attori che offrono performances superiori agli altri colleghi. La colonna sonora (voto: 6.5), seppur non malvagia, non lascia il segno. Non si lesina, invece, in scene violente con pestaggi, sangue che schizza in aria ad ogni colpo di pistola che attinge il bersaglio, ma soprattutto con uno sgozzamento in primo piano in puro stile thriller/horror.
In definitiva, questo “Il Mucchio Selvaggio” è indubbiamente un signor “western” soprattutto grazie alla regia di Peckinpah, ma siamo ben lontani dagli Spaghetti western del nostro Leone (ovviamente questo è un parere personale, peraltro, contrastante con la stragrande maggioranza della critica). Voto: 7.5-
La sua regia si rivela molto spettacolare e sicuramente da prendere da modello x qualsiasi film in cui vi siano scene di azione. Il buon Sam decide, però, di non cercare sequenze che conferiscano alla pellicola un carattere poetico/leggendario (come, invece, usava fare Sergio Leone, ma anche Hill in “Butch Cassidy”) e questo, a mio avviso, finisce col rendere meno interessante la sua regia nelle scene di quiete. In ogni caso, se il film fu un successo il merito spetta in buona parte a lui. Voto: 8.5
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