Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film
Grandissimo western spietato e precursore di un nuovo stile che contribuì non poco al rinnovamento del nobile genere. Agli inizi del Novecento una manciata di sudici banditi semina terrore nelle terre di confine. Da una parte ci sono loro, "il mucchio selvaggio", con a capo Pike Holden (William Holden). Da l'altra Deke Thornton (Robert Ryan) e la sua banda di incapaci cacciatori di taglie. Deke è un galeotto che ha un mese di tempo per uccidere tutti i membri del "mucchio" se non vuole tornare in galera. Essendo stato in passato un ex compagno di avventure di Pike, conosce bene tutte le difficoltà dell'impresa.. Da un'altra parte ancora ci sono i messicani: una buona parte costituisce le armate del Generale Mapache (Emilio Fernandez), che devono in ogni modo sopraffare la "leadership" di Pancho Villa.. E in mezzo ai due contendenti, i pacifici agricoltori locali che vengono costantemente depredati dal Generale che necessita di ogni risorsa possibile.. Inoltre gli agricoltori combattono con i pochi mezzi a disposizione le armate di Mapache, ma ovviamente, senza alcun spiraglio di salvezza. Dopo un colpo alla banca concluso con un fruttuoso bottino di un pugno di rondelle. Pike e gli altri ritengono valida l'idea di lasciare gli Stati Uniti cercando fortuna in Messico per fuggire dai cacciatori di taglie sempre alle loro costole. Quel che ci vuole è un ultimo grande colpo prima di abbandonare tutto e vivere di rendita, questa volta però studiato nei minimi dettagli per non destare troppi sospetti. Non c'è altra soluzione di quella di fare affari con l'armata di Mapache. Il piano è semplice quanto rischioso. Depredare sedici casse di armi dal treno merci dell'esercito americano che si sta dirigendo non lontano dal confine messicano per rifornire le proprie truppe. Mapache otterrà nuovi e potenti ordigni bellici da usare contro il nemico, il mucchio selvaggio un ingente quantità di monete d'oro, ma qualcosa mi suggerisce che non tutto andrà per il verso giusto.. Considerato dalla critica statunitense uno fra i migliori western della storia, il film di Sam Peckinpah si presenta semplice solo all'apparenza. La regia è virtuosa, gli attori protagonisti erano delle vere leggende viventi, e non mancano evidenti finezze concettuali allegoriche che impreziosiscono il film già dalle prime immagini. Le fondamentali regole dell'esistenza infatti sono governante spesso dal fato, si nota che il film lascia intendere che lo spietato destino alle volte non conceda sconti a nessuno.. Per questo il messaggio criptico di inizio suggerisce allo spettatore in modo evidente, che se anche dei temibili scorpioni si imbattono per puro caso, ma a loro rischio e pericolo contro un formicaio, la morte sopraggiungerà lenta e dolorosa. Le coincidenze che regolano la vita sono malevoli e da lassù qualcuno sta osservando.. C'è chi si diverte con sadismo. C'è chi manifesta visibilmente un sentimento di compassione. C'è chi ha avuto la brillante idea invece di dare fuoco al formicaio.. E in queste circostanze, probabilmente in ogni circostanza, solo il violento caos detta le sue regole in quel determinato fato.. Senza dubbio un film memorabile.
7-8/10
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