Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film
Pur se personalmente di Peckinpah preferisco l'elegia crepuscolare e malinconica dell'avventuriero Cable Hogue in cerca di riscatto, "Il mucchio selvaggio" è indubbiamente un western che condensa buona parte degli elementi canonici del genere (magistrale, al proposito, l'assalto al treno fatto di una continua, sottile suspance sulle "note" dell'ansimante locomotiva a vapore fermata dai predoni). Tuttavia c'è una ridondanza della violenza che, seppur di grande realismo e vividezza e comunque funzionale alla storia, può alla lunga dare un senso di ubriacatura e di spaesamento, dovuto anche alla frenesia del montaggio che si svolge spesso su piani temporali sfalsati. I personaggi, ognuno a modo suo, sono parte di un ingranaggio dove sembra non doversi salvare nessuno ed hanno la forza dell'incoscienza, la consapevolezza di andare tutti, nessuno escluso, verso un destino segnato,distesti per lungo una cinquantina di centimetri sotto la dura terra del deserto messicano. Il film è cosi' una costante ballata di morte, dove anche i momenti meno cupi vengono inevitabilmente ricondotti ad un prima e ad un dopo di inevitabile tragicità.
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