Regia di Tim Burton vedi scheda film
Non fra i migliori film di Tim Burton, ma comunque una visione piacevole. Ispirandosi ad una serie televisiva americana degli anni '70 di cui non avevo mai sentito parlare prima della visione, il regista ripropone alcuni dei motivi ricorrenti del proprio universo poetico, in particolare l'inadattabilità del freak ad un mondo a lui estraneo, l'amore che supera le epoche e sconfigge le convenzioni sociali, il potere distruttivo dell'invidia e della corruzione morale, qui rappresentato dalla maliosa strega Angelique Bouchard incarnata da un'affascinante ed inedita Eva Green in versione bionda. Il film parte come una sorta di commedia fantastica, a tratti vira nel dramma e nella parte finale si trasforma in un horror, seppure non troppo truculento: il regista ha un tocco visivo sempre molto curato e personale, ma a tratti sembra un pò indeciso su quale registro narrativo adottare. Alcune scene colpiscono per la consueta originalità della messa in scena (ad esempio la famosa scena di sesso "acrobatico" fra Depp e la Green con sottofondo di You're the first, the last, my everything di Barry White), l'atmosfera anni '70 è genuina, ma non mancano digressioni poco significative ai fini del racconto come la parentesi col cantante Alice Cooper, e alcune gag risultano un pò forzate. Nel cast, oltre all'ottima Green abbiamo un Johnny Depp seppellito sotto un pesante trucco vampiresco, ma comunque a suo agio e a tratti auto-ironico, una Michelle Pfeiffer un pò sacrificata in un ruolo non di grande spicco, la "solita" Helena Bonham Carter, compagna del regista e abbonata a ruoli eccentrici nelle sue pellicole; fra gli altri, mi è piaciuta soprattutto la newcomer australiana Bella Heathcote e Jackie Earle Haley nel ruolo spiritoso del custode Willie Loomis. Meno incisivo di "Big fish", "Sleepy hollow" ed "Edward mani di forbice", il film si colloca comunque agevolmente nella continuità dell'opera burtoniana; ho molto apprezzato l'uso della bella canzone "Top of the world" dei Carpenters nella soundtrack, curata come al solito da Danny Elfman, che mi ha fatto scoprire per la prima volta l'esistenza di questo duo canoro americano anni '70 formato da un fratello e una sorella, Karen e Richard Carpenter, molto popolari negli Stati Uniti.
voto 7/10
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