Regia di Andrew Jarecki vedi scheda film
“All Good Things”, Tutte le Cose Buone, è il titolo originale che si riferisce all’inizio della storia prima che la personalità di David (Ryan Gosling) si dispieghi piano piano ma inesorabilmente. Un po’ Hitchcock, un po’ De Palma, ma il film non è all’altezza delle attese, almeno le mie. Ormai da Gosling e Kirsten Dunst ci si aspetta film solo di alto livello e questo non lo è: l’atmosfera del noir si avverte e l’annusi, ma non ti trascina in fondo al mare nero che ti aspetti, non si realizza. Forse entrambi gli attori devono saper scegliere meglio le loro apparizioni: ormai viaggiano al ritmo di tre film l’anno e facendo così non sempre si viene coinvolti nei soggetti giusti per mantenere uno standard alto di rendimento. Che siano bravi se se sono accorti tutti, ma non bisogna cadere già adesso nell’errore di recitare tanto e dappertutto, nella sindrome De Niro-Hoffman per capirci, i quali dopo una vita memorabile sono caduti nel tranello di essere i suoceri dei miei dei tuoi e dei suoi. L’occasione sprecata è una storia vera raccontata in un noir in cui la mente malata di David incontra una ragazza sorridente e allegra ma ingenua, che non capisce mai i problemi psichici del suo uomo e addirittura lo sposa. Quando la situazione precipita, come sempre succede in questi casi, è troppo tardi e lui ovviamente trova la soluzione classica (indovinate quale). Certo, la storia vera è quella e non ci si può inventare nulla, però si può raccontare meglio ed aumentare così il pathos e la tensione: con due attori così! Invece ci trasciniamo fino alla fine del film con i soliti flashback inseriti durante il processo a carico del marito sospettato. Di film del genere ne abbiamo visti a centinaia, ma è un peccato mortale mortificare le potenzialità dei due attori in piena affermazione.
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