Regia di Jesse Peretz vedi scheda film
Ned, un tizio semplice, ingenuo e credulone, finisce in galera per aver venduto erba a un agente in divisa che l’aveva impietosito raccontandogli una balla. Una volta uscito di prigione, però, lo aspettano ancora guai: la compagna Janet, che nel frattempo l’ha rimpiazzato con un altro, lo caccia dalla fattoria che gestivano assieme vietandogli inoltre di portare con sé l’amato cane Obi Wan Kenobi.
Senza più fidanzata, casa, lavoro e cane, a Ned resta una sola cosa da fare: tornare dalla madre Ilene e dalle sorelle Miranda, Natalie e Liz.
Queste ultime vedranno le loro vite sconvolte dalla presenza dello svitato fratello.
Quell’idiota di nostro fratello è una commedia che, pur difettando di originalità e ritmo, risulta abbastanza gradevole, riuscendo ad essere anche interessante in un paio d’occasioni.
La caratterizzazione dei personaggi è decisamente grossolana, basti pensare alle tre sorelle: una giornalista in carriera fredda e cinica, una madre di famiglia trasandata, nevrotica e con un marito infedele ed una cabarettista bisessuale che tradisce la compagna con un uomo.
Il personaggio di Ned, invece, appare più curato: viene rappresentato senza calcare troppo la mano sulle sue bizzarrie e questo lo rende un po’ più vero, meno stereotipato. Al giudizio sul protagonista principale contribuisce la prova discreta di Paul Rudd, moderatamente strampalato.
I momenti migliori della pellicola si hanno quando Ned viene costretto ad agire in maniera contraria a quello che ritiene essere corretto. In questi casi è evidente il dilemma di un uomo sicuramente ingenuo ma anche buono e leale.
Un’altra situazione efficace si ha quando, con tutta la famiglia riunita, Ned viene deriso dalle sorelle (esasperate dalle sue stramberie). Lui si arrabbia ma non si offende, solamente non capisce per quale motivo stiano rovinando quel bel momento di comunione. Con semplicità disarmante, e del tutto involontariamente, Ned mostra alle sorelle quanto ognuna di esse sia concentrata solo ed esclusivamente su se stessa.
Il resto della pellicola non è allo stesso livello: la vicenda si sviluppa in maniera piuttosto prevedibile e l’umorismo non è particolarmente brillante.
Uscendo dalla sala, comunque, non si è del tutto scontenti della visione, anzi, può anche capitare di farsi un paio di domande, tipo: come mai è maggior motivo di vergogna essere ingenui, piuttosto che cinici, arroganti e volgari? Ma soprattutto: siamo proprio sicuri che il vero idiota sia Ned?
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