Regia di Patrice Leconte vedi scheda film
Un Patrice Leconte agli esordi, appena ventiquattrenne, realizza questo cortometraggio comico a sfondo sentimentale, dalla morale talmente evidente da non aver neppure bisogno di tante parole: l’amore ‘scotta’. Brucia, realmente, ustiona anzi il protagonista, indomito nel volersi approcciare ad ogni (altissimo, sempre) costo alla sua amata: un amore impossibile, ma non solo perché non ricambiato. Anche per la maniera stessa in cui si sviluppa la passione dell’uomo, un’ossessione morbosa che gli blocca contemporaneamente tutti i sensi, lo rende cieco e insensibile a qualsiasi altro stimolo esterno. L’uomo si annulla a tal punto che, fondamentalmente, non esiste più: è come se fosse morto. E il finale è, in tal senso, esplicito. Scritto e diretto da Leconte, con un esordiente Michel Such (che troverà una felice carriera, seppure non di primo piano, nel cinema francese) e una totalmente sconosciuta Marianne di Vettimo, che qui apre e chiude la sua storia di attrice. 6/10.
In un laboratorio chimico, in un team di soli uomini, spicca la presenza della bella Clara. Il custode del laboratorio la ama a tal punto che, pur di starle vicino, non si accorge delle ustioni e delle ferite che si procura con le pericolosissime sostanze che la ragazza utilizza.
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