Regia di Jacques Rivette vedi scheda film
Uno dei primi lavori di Rivette è questo Le coup du berger, cortometraggio dalla trama contorta (sceneggiatura del regista, di Claude Chabrol e di Charles Bitsch) che si rifà apertamente a quella di un episodio del precedente Accadde al commissariato (Giorgio Simonelli, 1954), sebbene regista e sceneggiatori abbiano sempre dichiarato la presunta originalità della storia. Il principale motivo di interesse, al di là delle diatribe sui reali autori dell’idea centrale del film, sta nel fatto che in questi 28 minuti compaiono numerosi artefici della Nouvelle vague, che a quei tempi si stava preparando a invadere le scene. Oltre ai citati Chabrol e Rivette, abbiamo Truffaut e Godard impegnati come attori, in particine sfuggenti nella scena finale della festa, nonché un ruolo da protagonista per Jacques Doniol-Valcroze, ovverosia colui che fondò insieme a Bazin i mitologici Cahiérs du cinema, sui quali la NV si farà le ossa (dal punto di vista critico-letterario). L’altro principale volto maschile è inoltre quello di Jean-Claude Brialy, che reciterà fra gli altri con Truffaut, Rohmer e Chabrol; meno fortunata invece sarà la carriera della protagonista femminile Virginie Vitry, destinata a scomparire dalle scene di lì a qualche anno. La voce narrante è dello stesso Rivette. 6/10.
L’amante le regala una pelliccia e lei fa in modo che, per puro caso, il marito la trovi e la porti a casa. Un piano perfetto? Quasi.
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