Regia di Alessandro Genovesi vedi scheda film
Già artefice del sottovalutato Happy family di Gabriele Salvatores, Alessandro Genovesi esordisce alla regia in pompa magna: commedia comica e non leggera come la maggior parte della nostrana produzione, cast con attori di prima fascia, budget sicuramente non da opera prima. Non funziona tutto ne La peggior settimana della mia vita, versione italiana di una serie anglosassone (ma ci sono anche gli zampini nemmeno troppo celati di Ti presento i miei, La bellezza del somaro e dello stesso Happy family), innanzitutto la regia, troppo indugiante su primi piani francamente asfissianti (salvo egoisticamente soltanto quelli su Cristiana Capotondi, folle ed incondizionato amore dei miei quindici anni prima degli esami), non sempre al passo del ritmo che la pimpante e scatenata (troppo?) storia richiederebbe, qua e là lenta e prolissa.
Dio solo sa quanto sia difficile realizzare una commedia come Cristo comanda, e forse un film del genere avrebbe richiesto maggiore esperienza nell’oliare al meglio le situazioni al limite del grottesco. Nel complesso, però, si ride, e anche molto, perché il potenziale comico della faccenda è alto: tragicomiche traversie di un povero ma simpatico mediocre nei sei giorni che precedono il suo matrimonio con la primogenita di una coppia snob e borghese. Forse le risate sono suscitate più da quel che vorrebbero dire anziché da quel che si vede, ma in ogni caso difficilmente si riescono a trattenere.
Qualche esempio: il gulash sulla veranda, il cagnolino nella betoniera, l’improvvisa raffica di sassolini (probabilmente l’apice della storia), gli svenimenti della nevrotica mamma Monica Guerritore (squisita ed incredibilmente divertente). Molte gag, tanto che a tratti si ha quasi l’impressione che sia soltanto una mitragliata di sketch neanche ben collegati, con la parentesi non esattamente riuscita di Alessandro Siani che continua a troiseggiare (interventi poco azzeccati), ma complessivamente il film c’è, nella sua volontà di divertire senza volgarità e gioiosamente sopra le righe.
Ha dalla sua un cast in cui spiccano il rigido papà Antonio Catania, l’elegante nonna Gisella Sofio (a parte gli osceni occhiali) e Chiara Francini come maniaca stalker. C’è anche una bella parentesi canora (Ma l’amore no) con i sorprendenti Andrea Mingardi e Arisa, tanto per sottolineare che in fondo stiamo parlando di matrimonio, che dovrebbe essere l'apoteosi dell’amore. Dovrebbe
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