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Per una vita migliore

Regia di Chris Weitz vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Per una vita migliore

di ethan
7 stelle

Carlos (Demian Bichir) è un messicano che vive e lavora in maniera clandestina a Los Angeles e acquista un camioncino per emanciparsi e 'mettersi in proprio': fidandosi un po' troppo del prossimo, subisce il furto del suo mezzo di sostentamento, iniziando una disperata odissea, insieme al figlio Luis (José Juliàn), a dir il vero recalcitrante e dal temperamento ribelle, alla ricerca ossessiva di quanto gli è stato tolto in una maniera che ha il sapore (amaro) della beffa. Il suo viaggio però, avrà conseguenze desolanti.

'Per una vita migliore', diretto con qualche eccesso melodrammatico (specie nel finale) da Chris Weitz, ma tutto sommato con buon senso del racconto in 'territori' per lui inconsueti, ha un soggetto che non può non portare alla mente il plot di 'Ladri di biciclette', con un genitore ed il proprio figlio alla disperata ricerca dell'oggetto (qui il camion, nel classico del Neorealismo la bicicletta) necessario per lavorare e quindi per vivere e chissà se Roger L. Simon e Eric Eason, scrittori del film, hanno pensato in fase di stesura della sceneggiatura al capolavoro di De Sica.

Dall'Italia disastrata alla fine della Seconda Guerra Mondiale passiamo alla Los Angeles contemporanea, il cui ritratto è distante anni luce tanto dalla città tutta lustrini, pailettes ed abiti luccicanti sfoggiati da divi sorridenti la notte delle stelle, quanto quella nostalgica e hippie, mostrata nel recente 'Vizio di forma' che Paul Thomas Anderson ha tratto dal romanzo di Thomas Pynchon: la città degli Angeli è una metropoli sterminata fatta di baracche fatiscenti che ospitano disperati  - che vivono in condizioni di indigenza e lottano fra di loro per accaparrarsi una giornata di lavoro (nero) - in gran parte di origine 'chicana', che vedono nell'approdo negli USA l'inizio del loro percorso verso il 'sogno americano' del benessere, ma tale sogno per molti di loro rimarrà tale e verranno 'rispediti al mittente'.

Il film ha dalla sua, come già detto, un ritmo invidiabile, un bel ritratto del rapporto (in molte fasi turbolento) padre-figlio e solo il difetto di qualche concessione alla lacrima facile nell'epilogo, mitigato comunque dal pregio di evitare un lieto fine che sarebbe stato stonato con quanto raccontato finora.

Straordinario l'attore messicano Demian Bichir, sorprendentemente candidato all'Oscar per questo ruolo di uomo onesto spinto a infrangere la legge per sopravvivere in questa guerra tra poveri.

Voto: 7.

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