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Colpi da maestro

Regia di Frank Coraci vedi scheda film

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La recensione su Colpi da maestro

di supadany
4 stelle

Un Kevin James ormai in declino commerciale, diretto da Frank Coraci (non proprio un drago come regista ed anche lui in difficoltà da tempo), non proprio il massimo delle premesse e forse anche per questo nella prima parte, al netto di un po’ di mancanza di credibilità, in un certo senso sorprende, ma poi i nodi vengono al pettine tutti insieme ed è un brusco risveglio.

Da tempo il professor Voss (Kevin James) ha perso la fiducia nel suo lavoro, ma quando il collega di musica (Henry Winkler) rischia di veder chiuso il suo corso decide di provarle tutte per salvarlo anche per far breccia nel cuore della collega Bella (Salma Hayek).

Devono trovare 48mila dollari in poco tempo e Voss decide di reinventarsi lottatore, grazie anche al supporto di un trainer che aiuta a studiare la cultura americana.

Prenderà un sacco di botte, ma non si arrenderà di fronte a nulla pur di conseguire il suo obiettivo.

 

Kevin James, Henry Winkler

Colpi da maestro (2012): Kevin James, Henry Winkler

 

Meno sbracato del previsto, condito da un po’ di sentimento (standard) e chiaramente dall’umorismo che funziona un colpo sì ed un no (le figuracce di Voss per conquistare Bella sono la parte migliore), con Kevin James in panni insoliti (come selvaggio motociclista, conquistatore e lottatore non è il massimo della verosimiglianza), una commedia che offre un ruolo di (quasi) primo piano a Henry Winkler (è sempre un colpo al cuore rivederlo) e che perde slancio in maniera sconsiderata dopo una prima mezz’oretta abbondante che viaggia al di sopra dell’accettabilità.

Insomma, alla fine i conti devono tornare per forza, ma vi è proprio un’accozzaglia di luoghi comuni a tratti anche urticanti; così il nostro ripesca “l’attimo fuggente” salendo sui banchi della classe per risvegliare lo spirito dei suoi svogliati alunni (chiaramente con successo immediato), per non parlare dello sdolcinato ingresso all’ultimo incontro (ci manca giusto una ola) e dell’imprevista complicazione che lo costringe a non prenderle e basta.

Diventa così quasi pedante cavalcando una morale che sarà anche giusta (la musica risveglia gli animi 100 volte più del football), ma che non viene certo coltivata con equilibrio, così anche qualche risata (sì, un po’ si riesce a ridere) e quel pizzico di emozione che facilmente viene a galla risultano meno apprezzabili.

Dunque alla fine è il classico prodotto americano da commercio che vanificata una discreta prima parte e qualche spunto sparso, riempiendosi dei soliti clichè, per giunta utilizzati maluccio (questo al netto di alcune riprese degli incontri, queste davvero ben realizzate).

Debole (anche se può dare soddisfazioni per taluni aspetti).

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