Regia di Michael Dowse vedi scheda film
In anni nei quali vengono prodotte commedie a getto continuo, occorre decisamente di più per non finire nel dimenticatoio e purtroppo in questo caso oltre all’idea di ambientare la vicenda sul finire dei “gloriosi” anni ottanta c’è veramente troppo poco da non cestinare.
Giovane laureato, Matt Franklin (Topher Grace) lavora provvisoriamente presso una videoteca in attesa di capire cosa vuole fare nella sua vita; e qui un giorno incontra Tori (Teresa Palmer), la ragazza di cui si era invaghito al liceo.
Per far colpo su di lei finge di aver già inquadrato la propria vita e partecipa, insieme all’amico fuori di testa Barry (Dan Fogler), a due party nella stessa notte dove accadrà di tutto con ovviamente Tori presente.
Commedia ambientata agli sgoccioli degli anni ottanta e che quindi si giova di un salto all’indietro nella memoria, tra le hit del periodo, il lavoro in uno store di videocassette, i vestiti, le acconciature e dettagli vari; ciò nonostante, la sensazione predominante è che il periodo si sarebbe potuto evidenziare meglio e non solo nominalmente con richiami diretti, ma anche riprendendo lo stile e lo spirito di questo tipo di commedie in verità qui un bel po’ annacquato.
Tutto viene giocato in una rocambolesca notte (più che da leoni da …), con tanti personaggi all’opera, ognuno con i suoi sogni e/o incubi, magari ancora celati nel cassetto, forse pronti per essere realizzati, con un’indecisione tipica di un’età di mezzo (non si è ancora maturi, ma nemmeno ragazzini).
Personaggi che non funzionano molto bene e che non si distaccano dai profili più abusati; Matt (un Topher Grace un po’ arrancante) è un imbranato che vorrebbe svoltare, Barry (un Dan Fogler raramente simpatico) è l’amico idiota che ne combina di tutti i colori, Wendy (Anna Faris lontana dalle sue figure più collaudate), sorella di Matt, sogna, ma ha paura di risvegliarsi segnata negativamente, Tori (un’affascinante Teresa Palmer) è vittima di una scrittura voltagabbana, mentre Kyle (Chris Pratt in versione bamboccione) rappresenta il massimo della superficialità anche quando vorrebbe essere serio.
Ed il finale sistema qualcosa, senza molta cura, ed abbandona altro al suo (non felicissimo) destino, così che a parte qualche siparietto simpatico, a dire il vero non molti (su tutti quanto accade dopo l’incidente in auto), ed un’ambientazione fuori dall’odierno ci si ritrova con davvero troppo poco da salvare.
Scombinato.
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