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Il dittatore

Regia di Larry Charles vedi scheda film

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La recensione su Il dittatore

di champagne1
7 stelle

Internet 20 dollari al giorno. E poi sarei io il criminale?

Il generale Aladeen, Dittatore dello Stato africano di Wadiya, si reca a New York per presenziare a una seduta dell'ONU, ma viene rapito e sostituito da un sosia che seguirà i dettami del plenipotenziario Tamir, a capo di un complotto per cedere le risorse petrolifere alle Multinazionali dell'energia.

Miracolosamente sopravvissuto al rapimento, vive la vita della Grande Mela in compagnia di Zoey, un'attivista anti-discriminazioni.

Come fare a rientrare nel suo vero ruolo?

 

Si, lo so: è l'ennesimo personaggio sopra le righe, surreale, ingombrante, politicamente scorretto affidato all'interpretazione di Baron-Cohen. Eppure a me fa ancora ridere, con la sua dose di brutalità verbale unita alla imponente auto-ironia con cui, per esempio, da ebreo parla della sua cultura.

Pur in un film non felicissimo, ci sono delle trovate geniali: questo dittatore che ama fare sesso, ma non conosce la masturbazione; paga star famose per fargli le "coccole" e quando ha un incontro con Megan Fox, in versione squillo d'altissimo bordo, questa le dice che non può fare troppo tardi perchè il giorno dopo deve vedere il Premier italiano; l'inserimento di Edward Norton in un ruolo quanto meno imbarazzante; fino all'arringa finale in difesa della dittatura che comincia più meno dicendo: "Cittadini americani, perché odiate la Dittatura? Certo voi non potete sapere quanti vantaggi vi sono in essa. Voi che siete in democrazia non capirete mai che in dittatura si può tranquillamente mentire per giustificare ingiustificabili guerre; si possono torturare i propri prigionieri senza che si venga a sapere; si può cedere potere alle banche, a scapito dei cittadini, e permettere all'1% della popolazione di comandare sul restante 99%, detenendo il 50% della ricchezza.; si possono intercettare telefonate e movimenti fisici tramite gps; si possono quotidianamente profanare i diritti inalienabili dell'uomo..."

 

Questo intento satirico di rovesciamento della semantica, permette di parlare di democrazia e dittatura finalmente senza alcun ostacolo concettuale, guardando negli occhi la vera essenza di ciò che si trova dietro al paravento delle parole.

Ripeto: geniale!

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