Regia di George Nichols vedi scheda film
Charlot con l’escamotage del metalinguaggio, incontra Arbuckle, Normand e Sterling che interpretano se stessi: è l’ufficiale entrata nella Keystone da protagonista per Charles Chaplin.
“Charlot fa del cinema”, anche titolato “Charlot entra nel cinema”, ma per gli anglofoni conosciuto con almeno quattro titoli (tra cui il più usato è “A film Johnnie”) è una pellicola che in qualche maniera ufficializza l’entrata di Chaplin nel gotha Keystone. La storia narra infatti dell’omino che irrompe clandestinamente negli studi cinematografici cari a Mack Sennett e incontra Mabel Normand, Roscoe “Fatty” Arbuckle e Ford Sterlin che interpretano se stessi.
Nel film c’è grande ironia rappresentata da un primordiale esempio di metacinema: Charlot infatti è incapace di comprendere i meccanismi cinematografici e irrompe puntualmente nelle scene (di finzione), ritenendole ignorantemente scene reali, creando i soliti pasticci.
È il primo film in cui Chaplin è diretto da George Nichols, per cui l’attore britannico non ebbe parole di grande stima, ritenendolo un mestierante che ne limitava la creatività, provando a uniformarlo allo stesso Ford Sterling (all’epoca molto più quotato di Chaplin).
Il film più maturo girato da Chaplin fino a questo momento, non artificioso come “Charlot all’hotel”, né dimostrativo come “Charlot ingombrante”.
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