Regia di Dario Argento vedi scheda film
C’è poco da dire e pochissimo da salvare in questa imbarazzante ennesima riproposizione del leggendario Conte Vampiro della Transilvania, firmata dal nostrano re dell’horror Dario Argento, che pur avendo a disposizione buoni mezzi scenici e discreti effetti speciali, manca fondamentalmente di originalità e di smalto, avendo l’apparenza di uno scarso B-movie degli anni ’80, per la sciattezza dei dialoghi, la invadenza inappropriata delle musiche e soprattutto le grottesche interpretazioni del cast (caratteristica che sembra ricorrente nella filmografia del regista romano).
Non spaventa, non affascina, non sorprende, a tratti strappa qualche sorriso imbarazzato rendendosi involontariamente comico quando non dovrebbe, e soprattutto non aggiunge nulla di inedito alla storia che già tutti conoscono, piuttosto la esemplifica privandola perfino dei suoi elementi canonici, quali il viaggio del Conte nella Londra Vittoriana alla ricerca dell’amata a lungo perduta. L’ambientazione invece qui è ristretta e provinciale, sebbene i luoghi che fungono da sfondo, le campagne piemontesi nei dintorni di Biella e Torino, abbiano il loro indubbio fascino.
Un’operazione non necessaria e maldestra nella realizzazione.
Da dimenticare.
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