Regia di Dario Argento vedi scheda film
XIX secolo. Un inglese in Transilvania viene ospitato da un conte vampiro.
Il celeberrimo romanzo di Bram Stoker viene portato sul grande schermo in 3D dal maestro dell'horror sanguinolento. Per meglio dire: dall'ex maestro, visto che Dario Argento non azzecca un buon risultato di pubblico, nè di critica da parecchi anni; il mestiere lo conosce bene e quello non è mai stato in dubbio, specie nelle sequenze d'azione, di violenza e di sangue. Eppure le sue storie e i suoi personaggi, già deboli nelle primissime pellicole, sono diventati nel tempo sempre più fragili, al limite dell'insignificanza. E di certo continuare a chiamare sua figlia per 'recitare' - l'increscioso evento accade anche per Dracula - non lo ha aiutato in alcun modo. Qui fortunatamente ci sono anche interpreti di buon/accettabile livello come Rutger Hauer, Thomas Kretschmann o Marta Gastini, per una sfarzosa coproduzione italo-franco-spagnola che può contare peraltro sui contributi ministeriali destinati a opere di riconosciuto interesse culturale (meglio finiscano qui che ai cinepanettoni, insomma). Ma al di là di qualche apprezzamento sulla forma elegante, poco rimane della visione di questo lavoro, dalla tenuta narrativa peraltro non impeccabile. Sceneggiatura del regista e di Enrique Cerezo, Stefano Piani e Antonio Tentori; per Dario Argento questa è la ventesima regia. 3,5/10.
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