Regia di Dario Argento vedi scheda film
Sotto vari aspetti è il miglior Argento dopo "Opera", sotto altri invece il film delude le attese.
Partiamo dai difetti. In prima battuta l'idea di fare un ennesimo film sulla figura di Dracula, peraltro con soggetto piuttosto convenzionale, non può che penalizzare il progetto fin dall'inizio in quanto i dejù vù e la prevedibilità dell'opera sono costanti inevitabili. A ciò si aggiunge una sceneggiatura troppo sfilacciata (per fortuna non ci sono i soliti dialoghi argentiani colmi di parolacce, almeno quello...) con varie sequenze non collegate (si stacca spesso da una sequenza all'altra in stile fiction) tra loro e con una quasi totale assenza di coinvolgimento e di verve in chi osserva lo spettacolo. Probabilmente non avrebbe gustato l'inserimento di una maggiore componente blasfemo/esoterica che invece è molto marginale (abbiamo una statuetta della Madonna decapitata nel bosco, un crocefisso strappato dal collo e gettato via e nulla più).
Un altro aspetto a non convincere sono le scenografie interne (le esterne invece non sono affatto male). Il castello di Dracula anziché avere un'atmosfera gotica, come sarebbe lecito attendersi, sembra quasi uno chalet di montagna con compensato e tavole di legno. Inoltre si avverte l'assenza di un certo numero di comparse che diano verosimiglianza alle sequenze in paese, infatti l'idea che si sia in un set cinematografico artefatto è pressoché continua. Non aiuta, al riguardo, la scelta di non ricorrere a veli di nebbia o al fiato dei protagonisti nelle scene esterne in notturna che paiono così avere una dimensione più teatrale che cinematografica.
Se questi sono i difetti, si registrano anche inattesi progressi rispetto agli ultimi lavori del Dario nazionale. La prima nota positiva è il doppiaggio questa volta curato e anni luce superiore a quello dei vari Il Cartaio o La Terza Madre. Convincono abbastanza, salvo qualche eccezione (pessima, tanto per cambiare, Asia Argento che però si esibisce in un topless niente male), le interpretazioni con un cast artistico che regala una performance complessiva nettamente superiore agli ultimi canoni argentiani. Brave soprattutto Marta Gastini e la seducente e super sexy Miriam Giovannelli (topless fantasmagorico per lei oltre che a una piccante, ma non volgare, scena iniziale). Più che sufficienti l'algido Kretchmann, lo stanco Hauer e lo spagnolo Ugalde che vorrebbe ricordare il Keanu Reeves di coppoliana memoria.
Coloratissima (tonalità calde con ricezione della luce estesa al massimo) e ricercata la fotografia di Tovoli che salta subito all'occhio e in più di una circostanza si rivela artistica (un abisso in avanti se confrontata a quella pessima de La terza madre).
Diminuisce rispetto ad altri film la componente gore (se si toglie la sequenza in cui Kretchmann uccide una serie di traditori c'è poco), qua stranamente messa in scena quasi del tutto con la computer grafica (occasione persa e di minore presa rispetto, a esempio, a quanto ammirato in La Terza Madre). Stivaletti, in digitale, non se la cava sempre bene (terribile il treno storico che pare di cartone!? brutto anche il suicidio della guardia) e se, a esempio, regala un bell'inseguimento inziale con un gufo in azione (forse la sequenza più riuscita del film in una sorta di omaggio, per il contesto, a "I corpi presentano tracce di violenza carnale" di Sergio Martino) e una scena visivamente ottima con Asia Argento che prende fuoco, si macchia altresì di un momento che definire trash è dir poco (penso sia il punto più basso toccato da Argento in tutta la sua produzione) con un'inverosimile cavalletta gigante che si trasforma in terribile assassina (in una delle molteplici metamorfosi animali del Conte Dracula).
Cala anche la componente erotica (comunque presente e quasi tutta condensata nella prima parte) così come la thrilling. Il film non mette tensione nè, probabilmente, vuole suscitare paura (viene quasi tutto demandato ai rumori in background dei lupi e ai fruscii del vento preludio delle apparizioni del mostro). Argento pare inteteressato a dare la sua chiave di lettura del romanzo di Stoker, puntando di più sul lato romantico che su altro senza però avvicinarsi a vette toccate da Coppola e altri.
Peraltro anche la regia è tra le più convenzionali tra quelle del maestro, molto simile al target ammirato nei due episodi della serie master of horror piuttosto che a quello dei gialli o degli horror onirici.
Colonna sonora più che sufficiente di Simonetti con un ottimo brano finale sparato sui titoli di coda.
Insomma... Se si valuta il profilo tecnico/artistico Dracula 3D non è tra i peggiori Argento (nemmeno ai livelli toccati prima de Non ho Sonno, sia chiaro), ma è sicuramente tra i meno coinvolgenti ed, a tratti, è pure noiosetto. Proprio analizzando questo aspetto arrivano le dolenti note che fanno precipitare il film poco sopra ai soli Giallo e Jenifer. Voto: 5.5
A parte le profondità per il 3D, sperimenta poco per non dire nulla.
Algido, ma non sfigura. Meglio però ne La Sindrome di Stendhal.
Brava, forse la migliore del lotto per l'interpretazione.
Pessima, come al solito. Per fortuna ha un ruolo marginale e quindi incide poco.
Poco più di un cammeo. Non delude, né entusiasma. Professionale.
Sufficiente.
Gran bel vedere. Valore aggiunto.
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