Regia di Dario Argento vedi scheda film
Argento svolge bene il compito di riportare la storia del Dracula di Bram Stoker raccontandola in modo classico, cercando di rimanere aderente alla storia e puntando sul suo senso per gli ambienti e sulla visione a tratti romantica del conte, rinunciando però a piè pari, e questo va detto, alla progressione virtuosistica della suspence che precede i delitti e che è ormai nella sua carta d'identità di regista così come quasi del tutto ad ogni sorta di marchio di fabbrica tipico del suo sguardo, visibile al massimo per pochi secondi in tutta la pellicola. La ricerca delle atmosfera tuttavia risulta anch'essa un pò minata probabilmente in parte al 3d ( sarebbe bene rivederlo senza) e da un'illuminazione inadeguata ed un eccesso cromatico un pò anomalo. L'effetto visivo di scenografie un pò a buon mercato e plastiche si aggiunge a ciò. Ciònonostante direi che il Dracula di Dario Argento non è meno valido rispetto a quello Coppoliano: racconta in modo adeguato e si concede licenziosità narrative senza eccedere, incorre in erroracci sulla qualità degli effetti speciali e non cura certi momenti di carenza nella recitazione ( che sono meno di quel che pensate e non dimentichiamoci comunque i momenti di ridicolo involontario che neanche Leslie Nielsen nella recitazione di quello con Gary Oldman ). Quindi a me tutto sommato non è dispiaciuto, confermo che c'è del buono, peccato che Argento non abbia potuto godere di un comparto scenico che valorizzasse meglio la sua scelta di un Dracula solo d'atmosfere. Sufficienza agli attori. E poi ...oh ragazzi, la storia di Dracula c'ha più di cent'anni e se c'hai voglia bene sennò sai a cosa vai incontro..e qui uno potrebbe dire era proprio necessario? Beh colpa o merito di Murnau forse..
Rinuncia al 3d, riassetto cromatico, illuminazione saggia, scenografie più ricche e di qualità ( le ultime di valore le ho viste in Bright Star della Campion, costumi compresi..ma forse costano)
Fa piacere che si misuri con una storia che lo rimette in carreggiata impedendogli scivolate negli obbrobri delle ultime sceneggiature, lui ci sta, e il risultato conferma un rialzarsi del livello come regista che però va dett rinuncia anche ad una parte fondamentale della capacità visiva che lo contraddistingue.
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