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Dracula 3D

Regia di Dario Argento vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Dracula 3D

di alan smithee
6 stelle

La paura dilagava da mesi - almeno dall'epoca della presentazione in pompa magna e un po' arrischiata ed inusuale a Cannes nel maggio scorso - tra noi eterni affezionati fans di quell'Argento che fino a fine anni '80 ha tenuto alta la bandiera italiana del genere horror, per franare inesorabilmente (e dolorosamente) dall'orrore all'orrendo delle non poche prove che sono seguite a quel "Due occhi diabolici" che rimane l'ultimo prodotto interamente "accettabile" del celebre regista.
"Paura" per quello che ci sarebbe toccato vedere, non certo timore di spaventarci, visto che a Dario Argento chiediamo da sempre soprattutto quel tipo di sentimenti. Paura di assistere allo scempio già dilagante ne "Il fantasma dell'opera", altra (terrificante e non certo per i brividi di paura) opera in costume che forse e' stato il punto piu' basso di una carriera scagliata in picchiata verso il precipizio.
Pero' a ben pensarci questo Dracula di cui non si sentiva assolutamente il bisogno, con effetti 3D senza tregua per tutta la durata della pellicola che rendono oggetti, piante e particolari paesaggistici finti, fintissimi e come di cartone, e le scenografie come rubate dal set un po' kitch di un film di Tim Burton, questa nuova "zarrata" con Asia Argento che recita da cani come in tutti gli altri sciagurati film del padre (spiace ammetterlo e sara' forse una combinazione ma e' da quando ha iniziato a recitare Asia in quel pastrocchio di Trauma che il padre e' franato clamorosamente. Asia Argento...ma ve la ricordate mentre fa la cantante lirica nel "Fantasma...": non azzecca un tempo manco a farlo apposta e mima un pezzo lirico completamente fuori sincrono  che nemmeno Enrico Ghezzi in "Fuori Orario"?....e il padre intanto filma soddisfatto e...buona la prima...brava Asia...) ha qualcosa in sé che lo rende in fondo accettabile, se si riescono a digerire con un po' di accondiscendenza, un po' di tollerante sopportazione e buona predisposizione, le molte grezzaggini, ingenuità e "cianfronate" che ormai sono compagne di viaggio fedeli ed inevitabili del maestro che fu.
Quello che sorprende, oltre la faccia di tolla di voler riprendere un soggetto filmato fino quasi all'abuso di cui tutti conoscono ormai la storia in tutte le sue varianti (sfidando altresì senza farsi il benchè minimo problema versioni eccellenti anche non molto lontane nel tempo di maestri ed autori eccellenti), e' l'aver ricreato l'atmosfera lugubre e barocca da film Hammer anni '50/'60 che sorprende, nella quale sembra di veder spuntare da un momento all'altro Christopher Lee nel ruolo di Dracula e Peter Cushing in quello di Van Helsin.
E la curiosita' di constatare come gli effetti speciali all'avanguardia producano oggi un film pressochè fotocopia di prodotti a basso costo anni '50 girati uno dietro l'altro in gran risparmio, con molta buona volontà e gran senso degli affari.
Quanto poi all'umorismo che pervade la pellicola, oseremmo paragonare certe esilaranti situazioni di comicità (teste d'aglio ovunque, pallottole d'argento fuse con un fuocherello in 5 minuti, e fanciulle impaurite scaltre come galline) che ispirano persino risate sguaiate, alle atmosfere frizzanti, isteriche e pazzerelle di quel capolavoro polanskiano che è "Per favore non mordermi sul collo"....non fosse che sono quasi sicuro che quello di  Dario-Argento-sceneggiatore-di-grana-grossa, e' in realtà un umorismo totalmente involontario.
Ma e' inutile fare i sofisticati, dopo tutto quello che e' successo in questi anni: meglio brindare ad un prodotto finalmente accettabile, e chissenefrega se un bolso Val Helsin/Rudger Hauer un po' cariatide appare a 3/4 di film all'improvviso giustificandosi che la porta era aperta, che ci importa se Thomas Kretshmann fa per tutto il film le facce piacione del gattone romantico e testosteronico francamente un po' avvilenti rispetto all'atteggiamento al confronto nobile dei suoi illustri colleghi predecessori (si pensi solo all'eleganza di un Frank Langella....per non parlare della studiata volgarità del Gary Oldman coppoliano); pazienza se in tutti i film di Argento il cast e' come una scacchiera: sai che il film sta finendo perche' tutti i protagonisti e le comparse sono morti ammazzati e la trama non puo' che giungere all'epilogo. Pazienza per tante e troppe cose. Dario Argento e' tornato, sfacciato, disarmante, indolente e azzardato piu' che mai. Ma ora ricomincia finalmente a produrre qualcosa che abbia un senso, uno stile, o qualcosa di simile a tutto ciò.

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