Regia di Davide Tartarini, Simone Cerri Goldstein vedi scheda film
L’estate cinematografica e’ un periodo tutto particolare, foriero di sorprese inaspettate e cocenti delusioni, di prodotti tirati fuori dal cappello a cilindro della distribuzione cinematografica con un criterio non sempre decifrabile. So che e’ un argomento un po’ trito, ma proprio ieri mi e’ capitato di vedere due film, diversissimi tra loro, entrambi italiani ed ugualmente opere prime; due thriller che, visti a stretto giro, mi hanno confermato questa strana opposta tendenza. Uno piu’ tendente all’horror, l’altro piu’ alle atmosfere noir, entrambi ambientati nella provincia italiana piu’ profonda: uno davvero deludente, l’altro al confronto quasi sorprendente.
Cominciamo dalla delusione: si, Hipnosis, nonostante tutta la buona volonta’ e predisposizione nei confronti di un’opera prima, delude molto presto, lascia spiazzati per la incapacita’ dei due registi di accorgersi come non si possa fare a meno di un aspetto fondamentale come la recitazione., anche in un film horror, anche in un prodotto che cerca nella spontaneita’ dei protagonisti la sua carta vincente. La vicenda di un timido operatore cinematografico di un multisala di provincia catturato da visioni terrificanti di una setta pseudo-satanica che agisce tra le buie radure di una provincia cupa e chiusa in se stessa, avrebbe anche le carte in regola per riuscire a catturarci, ma abbandonare il ruolo di protagonista ad un goffo ragazzotto mono-espressivo e con la mobilita’ facciale di uno scarpone da sci e’ davvero commettere un sacrificio imperdonabile.
Non e’ cattiveria fine a se stessa la mia, ma ritengo che questa scelta infelice accentui una certa sciatteria di fondo e i limiti di una trama non certo originale ma comunque sostenibile. Tanto piu’ che la sinistra visione dei misteri horror della provincia piu’ nascosta ha alcuni sprazzi di rara efficacia, come il podista che si ripropone con cadenza inquietante davanti agli attoniti protagonisti e il volto terrificante di certe vecchiette da antologia. Peccato davvero, bastava forse un piu’ saggio e accorto sostegno di produttori con un normale senso critico per evitare questa svista davvero imperdonabile.
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