Regia di Ezio Greggio vedi scheda film
Corri Fast che sono Furious, l’hobbit mutato Gollum che qui diventa Gobbum, con tanto di maglia della Juventus. Il bunga bunga di Viagratar, Erry Sfotter che vuole rinascere Presidente del Consiglio per avere delle escort, Frank Strong (traduzione di Franco Forte), eroe di un “Codice Gratta e Da Vinci” rivisitato che viene storpiato in Stronz, Liz Salamander - Giorgia Wurth, unica nota lieta del lungometraggio - e Teomondo Scrofalo al Louvre, tanto per citare Drive In. Ecco cos’è Boxoffice 3D (sottotitolo/frase di lancio: Il film dei film) e ci siamo limitati a citare il meglio del peggio di un’opera imbarazzante dove l’ironia è sconosciuta, la comicità non è pervenuta, i tempi della commedia sono regolarmente disattesi. Undici episodi che non riescono neanche a precipitare nel trash, pur provandoci disperatamente: l’unica impresa è quella di far recitare male persino Gigi Proietti (dei “romani” si salva giusto Maurizio Mattioli). La collaudata coppia Brizzi & Martani - sceneggiatori insieme a Greggio, Deluca e Haberman - qualche battuta decente la infila pure, ma la messa in scena le rovina tutte, inesorabilmente. Una nota di merito va giusto al primo 3D italiano, inutile ma di discreta fattura. Lo spettatore dalla sala uscirà basito, più che indignato, dispiaciuto per la preapertura dedicata al film alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2011: in fondo Greggio, con Il papà di Giovanna, al Lido aveva lasciato un buon ricordo. L’unico, per ora.
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